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Caro bollette: la petizione di Greenpeace contro la «finzione ecologica» del governo

Caro bollette: la petizione di Greenpeace contro la «finzione ecologica» del governo

Si infiamma il dibattito sul caro bollette, annunciato dal ministro Roberto Cingolani nei giorni scorsi, con le associazioni ambientaliste in prima fila per denunciare l’«aumento stratosferico» dell’energia elettrica (+40%) ma soprattutto il «fallimento» di un sistema che continua a dipendere dal gas fossile. Un paio di giorni fa, Greenpeace – insieme a Legambiente e WWF – aveva già espresso il suo disappunto sulle politiche energetiche, ancora subordinate alle lobby dei combustibili fossili, e aveva chiesto al governo uno slancio di credibilità, con un’accelerata strategica sulle energie rinnovabili.

Tramite una nota odierna Greenpeace torna sull’argomento, ribadendo che «se avessimo puntato molto di più sulle rinnovabili, oggi non saremmo in questa situazione», come ha sottolineato anche il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans.

Con il comunicato, l'organizzazione ambientalista lancia una petizione «per chiedere al Governo Draghi di sbloccare gli investimenti nel settore delle rinnovabili». Gli errori politici in materia energetica hanno prodotto un doppio danno, sociale e climatico, denuncia ancora, che torna a pungolare il ministro Cingolani sui reali obiettivi del suo ministero: sulla transizione ecologica servono fatti, non parole; «non possiamo o non vogliamo rinunciare al gas fossile?».

Per non scomodare importanti aziende come Eni – «la cui attività principale è la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas», accusa la nota – «il Governo, e soprattutto il Ministro della Transizione Ecologica, preferiscono mantenere lo status quo o persino strizzare l’occhio al nucleare, all’idrogeno blu e ad altre “false soluzioni”, piuttosto che mettere in discussione questi interessi. Questa non è transizione ecologica, è finzione ecologica».

«Se questa è una “ripartenza”, siamo partiti con il piede sbagliato!», denuncia ancora Greenpeace, che invita a sottoscrivere la petizione. «Per una vera transizione ecologica, serve il coraggio di fare delle scelte per le persone, non per proteggere lobby dell’industria dei combustibili fossili».

10 richieste per la "vera" transizione

«Il Presidente Draghi – si legge nella petizione – si è impegnato per un futuro green del nostro Paese, tanto da Istituire un Ministero per la Transizione Ecologica. Per vincere questa sfida però servono azioni concrete che non piacciono alle lobby delle industrie fossili». La ricetta di Greenpeace per una transizione “reale”, e non solo di facciata, si basa su dieci richieste: «Sbloccare con investimenti e procedure semplificate il settore delle rinnovabili»; «bloccare le Trivelle e i nuovi progetti fossili di stoccaggio della CO2»; «potenziare le infrastrutture di rete e investire in sistemi di accumulo dell’energia ed efficienza energetica»; «non finanziare più gli allevamenti intensivi e riconvertirli imponendo la netta riduzione degli animali allevati»; «promuovere un'agricoltura ecologica senza pesticidi, rispettosa di ambiente e biodiversità»; «ridurre i rifiuti prodotti disincentivando il monouso e lo spreco di risorse naturali»; «incentivare filiere del made in Italy orientate al riuso, riciclo, durabilità e riparabilità dei prodotti»; «riconvertire l'industria militare mettendo al centro della sua mission la lotta alle vere minacce a cittadini e ambiente»; «investire per proteggere almeno il 30% del nostro territorio e dei nostri mari entro il 2030 e rafforzare la tutela del patrimonio naturale italiano»; «promuovere la mobilità sostenibile e le aree verdi in città, dal centro alla periferia».

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