
In Ucraina è crisi profonda... dal 2014. L'allarme e l'impegno di Caritas Italiana
In occasione della giornata di preghiera e raccoglimento per la pace in Ucraina proposta per il giorno di oggi da papa Francesco nel corso dell’Angelus di domenica scorsa, anche la Caritas Italiana ha commentato la difficile situazione nel Paese: «Nonostante gli sforzi diplomatici di questi giorni sembra sempre più vicina la possibilità che ancora una volta il continente europeo sia sconvolto da una guerra inutile e fratricida, frutto di una rapida escalation militare e dall’assenza di soluzioni alternative da parte di tutti gli attori coinvolti». Una guerra non produce mai vincitori, ma solo vinti, ricorda la nota del 25 gennaio. «Solo fossati tra i popoli e comunità che sarà assai difficile riempire», aggiunge Caritas Italiana.
Un conflitto a “bassa intensità”?
Dal 2014 la guerra in Ucraina orientale «non è mai cessata», aggiunge l’organismo della Conferenza episcopale italiana: «Nonostante gli accordi di pace firmati nel 2015 a Minsk, i belligeranti nella regione del Donbass continuano a spararsi quotidianamente affliggendo la vita dei quasi quattro milioni di civili che ancora vivono in queste zone di confine». Si parla di ben 14mila vittime (150 i bambini), ricorda Caritas, e oltre 1.4 milioni di sfollati. Su tutto questo si è poi abbattuta la pandemia, la crisi sanitaria in un contesto di guerra e la conseguente crisi economica.
Una situazione disastrosa, dichiara Tetiana Stawnychy (presidente di Caritas Ucraina), e «la popolazione locale ne subisce le drammatiche conseguenze: la perdita di vite umane, il trauma della violenza e la distruzione delle infrastrutture vitali necessarie per i bisogni umani fondamentali». Situazione che la Caritas in Ucraina ben conosce, «sempre in prima linea per assistere le persone più vulnerabili, sia nelle zone interessate dal conflitto che nel resto del Paese».
Leggi la nota del 25 gennaio di Cartas Italiana
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