
"Darya Dugina non era una vittima innocente": freddezza diplomatica fra Ucraina e Santa Sede
C’era da attenderselo che le parole di papa Francesco sull’uccisione, avvenuta a Mosca il 21 agosto, di Darya Dugina, figlia dell’ideologo ultranazionalista russo Alexander Dugin, avrebbero creato un corto circuito nelle relazioni fra Ucraina e Santa Sede. Il pontefice all’udienza generale di ieri aveva detto: «Penso a quella povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra. Gli innocenti. Pensiamo a questa realtà diciamoci uno all’altro: la guerra è una pazzia».
Aveva subito manifestato stupore e indignazione l’ambasciatore ucraino presso il Vaticano, Andrii Yurash, che aveva chiesto: «Come (è) possibile menzionare uno degli ideologi dell'imperialismo (russo) come vittima innocente? È stata uccisa dai russi». Aggiungendo: «non posso usare le stesse categorie per parlare dell’i aggressore e della vittima, dello stupratore e dello stuprato».
Oggi il governo ucraino, riferisce il sito Pravda.ua, ha convocato il nunzio apostolico Visvaldas Kulbokas per esprimere disappunto delusione per le affermazioni del papa su Darya Dugina. Il ministro degli Affari Esteri, Dmytro Kuleba, ha detto che le parole del Papa «hanno spezzato il cuore degli ucraini. È stato ingiusto». E ha sottolineato che «la decisione di Papa Francesco di menzionare nel contesto della guerra russo-ucraina la morte di un cittadino russo sul territorio della Russia, con la quale l'Ucraina non ha nulla a che fare, provoca incomprensioni».
La reazione ucraina è il secondo scacco diplomatico che subisce la Santa Sede in poche ore: il 24 agosto, tramite l’agenzia Ria Novosti, il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha annullato l’incontro con papa Francesco previsto (anche se mai ufficialmente annunciato), a margine del meeting mondiale dei leader religiosi in Kazakhstan, il prossimo 14-15 settembre. «Il colloquio non può svolgersi a margine del meeting, ma deve diventare un evento indipendente per il suo significato speciale, deve essere preparato con la massima cura, il suo ordine del giorno deve essere concordato, il documento che ne risulta deve essere pensato in anticipo», ha spiegato il metropolita Antonij di Volokolamsk, “ministro degli esteri” del Patriarcato di Mosca.
*Alexander Dugin,. Foto tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza
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