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Cosa resta della Dichiarazione dei diritti umani? Il gesuita Occhetta su

Cosa resta della Dichiarazione dei diritti umani? Il gesuita Occhetta su "Vita Pastorale"

Sul numero di maggio di Vita Pastorale, mensile dei paolini, l’analista politico e gesuita Francesco Occhetta ricorda la felice fase storica che, dopo gli orrori della guerra mondiale, aveva portato all’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani (Parigi, 10 dicembre 1948). Quella Dichiarazione, scrive Occhetta, «custodisce il codice genetico di una rivoluzione umanocentrica che, però, rischia di essere bloccata nel contesto contemporaneo». Ma quella Dichiarazione non sarebbe mai stata possibile «se il 25 giugno 1945, a San Francisco, non fosse stata adottata la Carta delle Nazioni Unite, che include una professione di impegno democratico (“Noi, popoli delle Nazioni unite”) e di “fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne” (Preambolo), e assegna agli Stati e all’Onu la missione di “promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione” (articolo 1.3)».

La Carta rappresentava, secondo Occhetta, «l’inizio di una nuova era di autentica civiltà del diritto perché si basava su princìpi considerati da tutti di etica universale».

E oggi, che ne è stato di quell’eredità? «Da un punto di vista formale la Dichiarazione è una raccomandazione che non ha valore vincolante per le legislazioni statali, ma nei fatti è diventata la Magna Charta del diritto internazionale dei diritti umani» e ha «ha ispirato le 130 Convenzioni giuridiche internazionali attualmente in vigore e le circa 90 Costituzioni nazionali nate o revisionate dopo il 1948». Spiega ancora il gesita che la Dichiarazione resta «il documento giuridico più conosciuto e citato al mondo».

C’è però un “ma”: perché, si chiede Occhetta, «i diritti umani “regnano ma non governano” e, spesso, nel loro nome si compiono le più feroci crudeltà?». L’esempio è tratto dal Rapporto 2022 di Amnesty International: 160 guerre in corso, violenza sessuale in in crescita in molte zone del mondo, molte persone constrette a emigrare, libertà minacciate un po’ ovunque, minoranze represse, ecc.

Occhetta chiude con le parole di Eleanor Roosevelt: «Dove cominciano i diritti umani universali? In posti piccoli, vicini a casa: il quartiere in cui si vive, la scuola che si frequenta, la fabbrica, il campo o l’ufficio in cui si lavora. Sono questi i posti in cui ogni uomo, ogni donna, ogni bambino cerca una giustizia equa, pari opportunità, uguale dignità senza discriminazioni. Se questi diritti non significano niente là, significheranno ben poco ovunque».

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