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Liberare i territori occupati. E riformare l'ONU

Liberare i territori occupati. E riformare l'ONU

In "Mosaico dei giorni", rubrica della rivista Mosaico di pace, oggi Tonio Dell'Olio si sofferma sul “parere consultivo” della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja, organo delle Nazioni Unite, secondo la quale «lo Stato di Israele ha l'obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati» e «di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati». Ecco la sua riflessione.

Liberare i territori occupati

Le colonie israeliane in Palestina e a Gerusalemme est sono illegali, Israele deve smantellarle e risarcire per l'occupazione. Lo scrive nero su bianco la Corte internazionale dell'Aja che è organo delle Nazioni Unite. Nella sentenza si legge che gli insediamenti illegali dei coloni corrispondono "de facto a un'annessione" attuata attraverso "una sistematica discriminazione, segregazione e apartheid" a danno dei palestinesi. Inoltre, "le Nazioni Unite, e in particolare l'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza, dovrebbero considerare le modalità precise e le ulteriori azioni necessarie per porre fine alla presenza illegale dello Stato di Israele il prima possibile". Secondo dati dell'ong Peace Now, solo in questa prima metà del 2024 Israele si è già appropriato di 2.368 ettari in Palestina, una quantità record che supera quella del 2014. Le autorità israeliane hanno fatto sapere prontamente che non riconoscono la decisione del Tribunale. In nome della sicurezza dello Stato d'Israele, né smantelleranno e tantomeno risarciranno. A che serve, quindi, una decisione che non è vincolante e che non ha alcuna speranza di essere realizzata? Forse solo a dimostrare la falla umanitaria di un organismo sovranazionale come quello delle Nazioni Unite che va profondamente riformato per essere reso efficace. E questo sarebbe il primo impegno di una comunità internazionale consapevole e determinato a costruire la pace.

*Foto di ISM Palestine tratta da Flickr

 

 

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