Sud Sudan: elezioni rinviate di due anni. Delusione e fallimenti
Il 13 settembre scorso il governo sudsudanese ha annunciato – con il sostegno dell’Assemblea Nazionale – di voler posticipare di un paio d’anni le prime elezioni del più giovane Paese del mondo, previste per dicembre prossimo. Secondo il governo, le istituzioni sarebbero impreparate a garantire libere elezioni in tutto il Paese e, inoltre, resterebbero incompiuti alcuni degli obiettivi cruciali previsti nel Revitalized Agreement on the Resolution of Conflict in South Sudan (R-ARCSS), siglato ad Addis Abeba il 12 settembre 2018 per concludere il lungo e sanguinoso conflitto interno – che ha presto assunto i connotati etnici – provocato da uno scontro al vertice tra il presidente dinka Salva Kiir e l’ex vicepresidente nuer Riek Machar appena un anno e mezzo dopo l’indipendenza da Khartoum nel 2011. Tra i nodi irrisolti dell’accordo di pace, sempre secondo il governo, la conclusione del processo di unificazione delle forze armate e l’approvazione della nuova Costituzione. L’annuncio del rinvio ha fatto drizzare i capelli in testa alla comunità internazionale, in particolare a quei Paesi che avevano collaborato nei negoziati per arrivare alla pace di Addis Abeba. Ma resta anche il timore che una tornata elettorale celebrata in maniera “contestabile” potrebbe riaccendere i dissapori tra le parti in lizza e dar vita ad un nuovo conflitto interno. Tanto che anche l’ONU ha riconosciuto – sebbene con «profondo rammarico e delusione» – l’esigenza del rinvio, assicurando assistenza.
Grande delusione è stata espressa dalle massime cariche religiose del Paese. Il card. Stephen Ameyu Martin Mulla (vicepresidente del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan-SSCC e presidente della Conferenza episcopale cattolica del Sudan e del Sud Sudan-SSCBC), ha denunciato la scarsa volontà politica nel perseguire fedelmente le disposizioni del R-ARCSS: «La Chiesa ha monitorato attentamente l'attuazione della roadmap. Tutte le ragioni citate per questa ultima estensione erano le stesse di quelle fornite durante le precedenti estensioni», ha detto invitando a non approfittare della pazienza dei cittadini sudsudanesi (CISA, 20 settembre).
La rivista Africa, fondata dai padri bianchi, racconta oggi l’iniziativa di un gruppo di avvocati sudsudanesi, che hanno presentato un ricorso alla Corte Suprema «per contestare il rinvio delle elezioni e l’estensione del mandato del governo di transizione per 24 mesi». In buona sostanza, chiedono che la proroga sia annullata e spiegano: «Come avvocati, pensiamo che questa estensione sia incostituzionale, illegale e noi (stiamo) chiedendo al nostro governo di condurre le elezioni entro i tempi previsti». «Vogliamo che la Corte dichiari incostituzionale e nulla l’estensione del periodo transitorio e che ordini anche al governo di indire le elezioni entro i tempi previsti».
* Foto di David Peterson da Pixabay. Immagine ritagliata
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