
Resurrezione: dal dialogo tra scienza, teologia e mistica una nuova prospettiva sulla vita oltre la vita
Tratto da: Adista Documenti n° 6 del 15/02/2025
DOC-3363. SAN PIETRO IN CARIANO (VR)-ADISTA. È un tratto distintivo di noi sapiens: non possiamo proprio evitare di farci domande. Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il nostro destino futuro? Una domanda, quest’ultima, strettamente legata alla «contraddizione tra la morte biologica e quella intensa speranza, che in fondo in fondo ci portiamo dentro, che la vita continui anche dopo la nostra individuale morte biologica». Parte da questa speranza il libro Resurrezione. Fisica quantistica, teologia e mistica a confronto (Gabrielli editori, 2024, pp. 141, 16 euro), come evidenzia nella premessa al volume Stefano Olcese, presidente dell’Associazione Liberare l’Uomo, dal cui lavoro di ricerca interdisciplinare è nato questo libro a più voci: quelle del fisico, inventore e imprenditore Federico Faggin, del teologo e gesuita post-teista Paolo Gamberini, dei biblisti Annamaria Corallo e Luciano Locatelli, del formatore spirituale ed esperto di mistica Paolo Scquizzato.
Se la Resurrezione come è stata intesa nell’annuncio cristiano, fondato proprio sull’evento della resurrezione di Gesù, è stata per secoli, all’interno del mondo occidentale, la risposta dominante – dogmatica ed esclusiva – a tale domanda, oggi, in pieno cambiamento d’epoca, una maniera nuova di guardare alle prospettive di vita oltre la morte può nascere dal «fecondo dialogo multidisciplinare» tra la teologia (attraverso le riletture bibliche basate sul metodo storico-critico, come quelle condotte nel libro da Corallo e Locatelli, e le nuove visioni del post-teismo come quella espressa da Gamberini), la mistica e una scienza capace di andare oltre il determinismo e il riduzionismo.
Ed è proprio la scienza e in particolare la meccanica quantistica, come sostiene nell’introduzione il teologo e monaco camaldolese Alessandro Barban, che potrebbe dischiudere «nel presente scenari di senso» in grado di «dare vita a un cambiamento di paradigma anche in teologia». Come fa appunto Federico Faggin, il quale, ribaltando la prospettiva, in realtà ancora dominante in ambito scientifico, che guarda alla coscienza come a un fenomeno generato dalla materia, a un mero prodotto del cervello, giunge alla conclusione che, al contrario, «sono la coscienza e il libero arbitrio a costituire il fondamento di tutta la realtà». E che la coscienza «sopravvive al corpo, esiste per un tempo illimitato e certamente continua a esistere quando il corpo muore».
Insomma, come scrive nel suo intervento Paolo Scquizzato, «non siamo mai nati e non moriremo mai», in quanto «ciò che cesserà» sarà solo «il nostro modo di manifestarci». Cosicché la resurrezione potrebbe non essere altro che questo: «il momento in cui ci sentiamo Uno con l’Uno», percependo che «siamo infinitamente altro dalla forma che abbiamo assunto nascendo».
Di seguito, per gentile concessione della casa editrice Gabrielli, riportiamo uno stralcio tratto dal primo capitolo del libro (il quale può essere acquistato anche presso Adista, scrivendo ad abbonamenti@adista.it; telefonando allo 06/6868692; o attraverso il nostro sito internet, www.adista.it).
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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