
Le chiese evangeliche annunciano l'invio di 30mila euro per l'ospedale Gaza
Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in collaborazione con la Rivista e Centro Studi Confronti, nell’agosto 2024 aveva lanciato una sottoscrizione per raccogliere fondi da inviare in Medio Oriente, per sostenere gli aiuti umanitari a Gaza e in Libano, iniziativa immediatamente sostenuta e rilanciata dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi.
«“È un dovere cristiano costruire vie di dialogo e di pace”, recitava l’atto del Consiglio FCEI lanciando il progetto e oggi possiamo dire di aver dato seguito a quell’impegno – afferma ora il Presidente della FCEI, Daniele Garrone –. Seppur con difficoltà abbiamo ripreso i contatti con alcune consolidate realtà come le agenzie ecumeniche internazionali operative in Medio Oriente: il Middle East Council of Churches e l’Ahli Arab Hospital di Gaza City, gestito dalla diocesi episcopale (comunione anglicana) di Gerusalemme. L’appello rivolto alle chiese, alle associazioni ecumeniche e interreligiose, alle fondazioni e alla società civile italiana – prosegue Garrone – è stato raccolto e questa vicinanza al progetto ha contribuito alla sua crescita. Iniziativa che sin da subito ha messo al centro un motto chiaro e inequivocabile: “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”. A sei mesi di distanza annunciamo l’invio di una prima tranche di trentamila euro come aiuti umanitari, raccolti grazie alla solidarietà di tante sorelle e tanti fratelli di chiesa, di semplici cittadini e grazie al sostegno dell’Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi. La donazione – conclude Garrone – intende sostenere, in particolar modo, le attività mediche dello Ahli Arab Hospital».
I contributi possono essere ancora inviati all’IBAN IT 26 X 02008 05203 000104203419 (conto bancario intestato alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – Via Firenze 38, 00184 Roma, Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70 – 00185 Roma), specificando nella causale: “Fermiamo l’odio”.
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