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Lo Stato dormiente
Tratto da: Adista Documenti n° 8 del 01/03/2025
Qui l'introduzione a questo testo.
Cosa si intende per setta e per derive settarie nei movimenti religiosi?
La definizione di setta è molto dibattuta e il termine ha assunto oggi un significato negativo. La parola setta ha due definizioni latine: la prima secta, da sequi, ovvero seguire una direzione, è più pertinente come termine per definire, in senso generale, un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. Preferiamo però il termine secare, tagliare, disconnettere, che è oggi lo scopo di ogni setta new age.
Come agiscono le sette e i gruppi settari, quali sono le caratteristiche più evidenti?
Tutti facciamo parte di un qualcosa, di una famiglia, di una associazione di volontariato, di un gruppo di canasta e più banalmente di un gruppo su whatsapp. Questi gruppi diffusi hanno sì delle regole, ma sono regole semplici di facile comprensione e hanno lo scopo di formare una persona, di accomunare interessi. Sono ambienti generalmente sani dove si parla, si ascolta il prossimo e ci si confronta.
In una setta invece si tende col tempo a isolare l’adepto dai sui interessi quotidiani, di instradarlo verso un’esclusiva dedizione al gruppo settario, di conformarsi con idee e riti spesso incomprensibili, dove l’ultraterreno è la mistificazione della realtà e farne parte è il tuo massimo desiderio. In genere le sette promettono la crescita interiore e professionale, il benessere psicofisico e/o promuovono corsi di formazione per migliorare le proprie capacità. Inoltre organizzano ritiri dove si impara a fidarsi dei componenti del gruppo, si crea passo dopo passo la dipendenza e poi si subisce un lavaggio del cervello.
Lo scopo, fondamentalmente, è soggiogare l’adepto, sottrarre denaro alle vittime, ci si fa schiavizzare per dedicare il proprio tempo al gruppo o alla propria organizzazione. L’intento delle sette è sempre criminale, a livello superficiale mostrano maestri, punti di riferimento e vie per risolvere i problemi. Ma le loro strade sono tracciate per intrappolare le vittime irrimediabilmente.
Qual è l’entità di questo fenomeno nella società moderna?
Il fenomeno delle organizzazioni settarie ha assunto proporzioni preoccupanti, come testimoniato dai numerosi fatti di cronaca nera e giudiziaria che vedono protagonisti soggetti legati a comunità o a leader carismatici in grado di esercitare un’influenza psicologica e manipolativa sugli affiliati. Secondo la relazione del Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione centrale della Polizia di Prevenzione del febbraio 1998, intitolata «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia», sul territorio nazionale risultavano presenti, a quel tempo, 76 nuovi movimenti religiosi con circa 78.500 affiliati e 61 nuovi movimenti magici con circa 4.600 affiliati. Tuttavia, secondo stime più recenti del Centro Studi Abusi Psicologici, il numero attuale delle organizzazioni settarie supererebbe le 500, con un coinvolgimento stimato tra i due e i quattro milioni di italiani. L’avvento del web e delle nuove tecnologie facilita ulteriormente il reclutamento di soggetti vulnerabili, accrescendo l’allarme sociale connesso alla diffusione del fenomeno settario.
Si è portati a pensare che i soggetti che si avvicinano alle sette e ai movimenti religiosi a deriva settaria siano emotivamente fragili e manipolabili. È così oppure l’adesione a una setta è un rischio in chi tutti possono incorrere?
In tutti questi anni siamo stati contattati da persone di qualsiasi estrazione sociale, dal professionista all’operaio, dalla casalinga allo studente. Finire in una setta non ha quindi niente a che vedere con lo status sociale di una persona. Le fragilità hanno tante varianti e sono il cardine per cercare conforto in un gruppo settario. Non è sempre però l’unica ragione, abbiamo testimonianze di persone indotte a entrare in una setta anche per mera curiosità, ricerca di risposte metafisiche alle domande universali del perché siamo quello che siamo.
Perché è difficile per un adepto rendersi conto dei meccanismi manipolatori attuati e soprattutto delle condotte illecite adottate?
Fuori dalla sede di una setta non c’è scritto "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate", il bisogno di sostegno fa sì che abbassiamo le naturali difese psicologiche nei confronti di chi in realtà vuole ridurre la nostra autostima e farci sentire insicuri e colpevoli. La manipolazione mentale è un processo lento, ma costante. Entrare in un gruppo apparentemente solido con regole strutturate, essere accettati e coccolati sono il primo passo della trappola. Seguono poi le tecniche emotive e psicologiche, quali: distorcere la realtà, confondere con le parole per erodere le proprie sicurezze, creare un “group thinking”, insinuare il culto della personalità forte, infine creare il vuoto e l’isolamento dalla tua previa quotidianità.
Le condotte illecite sono sempre legate alle finalità del guru di turno (sempre persone altamente narcisiste), si passa da quelle meno dolorose della sottrazione di danaro sotto mille forme a quelle molto più dolorose dell’abbandono del contesto familiare, degli amici, del lavoro fino al plagio sessuale sotto forma di abuso sia cosciente che incosciente.
Quali azioni, politiche e informative, ha portato avanti AIVS per contrastare il problema delle organizzazioni settarie?
AIVS da sempre ha cercato una sponda politica trasversale. Ultimamente ha fatto rete con le altre associazioni impegnate nel territorio con lo scopo di far giungere al Governo e al Parlamento risoluzioni e interrogazioni al fine di sensibilizzare il mondo della politica, non ultima – e forse quella più importante – la “Risoluzione parlamentare sulle organizzazioni settarie e i fenomeni criminali ad esse connessi” con cui si è chiesto al Governo di:
a) assumere le necessarie iniziative volte ad acquisire elementi informativi sull’attuale dimensione del fenomeno, con specifico riguardo ai rischi di natura delittuosa, promuovendo in tal senso l’aggiornamento della citata relazione del Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione;
b) presentare alle Camere entro dodici mesi una relazione sui fenomeni criminali legati alla presenza nel nostro territorio di organizzazioni settarie, nonché sull’efficacia dell’attuale disciplina a prevenire e reprimere i meccanismi persuasivi e manipolatori che determinano il verificarsi di fatti delittuosi, e sull’eventuale necessità di colmare vuoti normativi, per realizzare politiche di contrasto al suddetto fenomeno.
Quali azioni concrete vengono promosse dallo Stato, dalle forze dell’ordine e dalle organizzazioni internazionali?
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 96 dell’8 giugno 1981, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del reato di plagio ex articolo 603 c.p., senza che sia stata introdotta una specifica disciplina a sostituzione della stessa. Nonostante diverse proposte di legge presentate nel corso delle legislature, nessuna di esse è stata approvata.
Il Consiglio d'Europa ha adottato numerose risoluzioni e raccomandazioni in materia, volte a promuovere politiche educative e preventive a tutela dei soggetti vulnerabili, in particolare minori. La Raccomandazione 1412 del 1999 sollecitava, tra l’altro, la creazione di centri informativi e di sostegno per le vittime, nonché di un Osservatorio Europeo per facilitare lo scambio di informazioni. Tali indicazioni sono rimaste inattuate.
Cosa impedisce agli adepti l’uscita da un gruppo settario?
Il 99% delle richieste di sostegno NON vengono da adepti, ma da persone vicine (familiari e amici). Tu stai in una setta senza saperlo o accettare di essersene parte.
Le apostasie sono sempre difficili da affrontare, perché dover abbandonare un qualcosa in cui si è creduto implica uno sforzo di auto coscienza non indifferente. Uscire da un gruppo settario equivale a rimettersi in gioco, trovare nuovi appigli, cercare nuovi punti di riferimento. Se poi i legami familiari sono stati interrotti, riprenderli è un ulteriore scommessa con se stessi. In alcuni casi la setta è anche la tua unica fonte di reddito (anche se aleatoria) e lasciarla significa incorrere nella miseria.
Sappiamo che AIVS ha avuto diverse querele di diffamazione da parte di alcune sette per le informazioni divulgate. Con quali forze riuscite ad avanzare in questa azione civile così importante?
Il paradosso sta nel fatto che le denunce che abbiamo avuto fanno capo all’accusa di “diffamazione grave” che è un reato penale e non civile. Rivolgersi al giudice civile fa sì che la setta agisca fuori dai canali di informazione quali, giornali, interviste di merito, che potrebbero pubblicare l’accaduto, ovvero si nascondono dietro un paravento. In altre parole evita di farsi “cattiva pubblicità” e creare un precedente che stride con la loro professione di fede improntata alla pietà, alla comprensione del prossimo, alla superiorità e al buonismo. Fanno causa ad AIVS addirittura proiettando su di noi le loro insicurezze (da noi evidenziate su interviste, libri, inchieste giornalistiche, ecc.) alla ricerca di un atto catartico. Il proposito è colpire uno per ammonirne cento. Certo non hanno portato a giudizio le fonti a cui attingiamo, il che è uno scandaloso paradosso e un atto di ignavia.
In questi ultimi anni si sta parlando di derive settarie e dinamiche di abuso anche all’interno dei movimenti e delle comunità religiose della Chiesa Cattolica. In base alla sua esperienza, è possibile configurare questi gruppi come sette?
Abbiamo poca esperienza in merito alle derive settarie di stampo cattolico/cristiano e se affermo questo rispondo senza ombra di dubbio che sono tutti gruppi manipolatori. Aggiungo che abbiamo avuto segnalazioni da testimoni ex-adepti di gruppi coercitivi che sono: Testimoni di Geova, Chiese Pentecostali, Archeosofia, Mormoni. Con il primo stiamo lavorando sui disassociati (una vera moltitudine) per creare una rete di sostegno e possibilmente di denuncia. Su Archeosofia eravamo riusciti a creare un voluminoso impianto accusatorio che si è infranto nelle mani della giustizia e non ha avuto alcun esito grazie alla totale insensibilità della magistratura, lettera morta. I restanti agiscono tranquillamente alla luce del sole.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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