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Vertice dei “volenterosi”: Macron parla di truppe di “rassicurazione”, ma l’idea può diventare il detonatore di una guerra europea

Vertice dei “volenterosi”: Macron parla di truppe di “rassicurazione”, ma l’idea può diventare il detonatore di una guerra europea

PARIGI-ADISTA. In queste ore stanno arrivando le prime dichiarazioni ufficiali dal vertice dei cosiddetti “volenterosi” riuniti oggi a Parigi per discutere del futuro della guerra in Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron ha evocato la possibilità dell'invio di una “forza di rassicurazione” sul territorio ucraino “nel caso di un negoziato di pace” (“dans le cadre d'un accord de paix”, Le Monde 26 marzo 2025). Una formula ambigua che lascia intravedere la disponibilità a posizionare truppe occidentali anche dopo un cessate il fuoco, con l’idea di sorvegliare la pace. Ma se questa “rassicurazione” prevede l’ingresso di forze armate europee in un Paese che la Russia vuole tenere fuori dalla Nato, allora quella idea di “pace armata” sorvegliata dai “volonterosi” rischia di diventare il detonatore di una nuova guerra. Non a caso, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha immediatamente risposto dichiarando che "l’ingresso di truppe occidentali in Ucraina, anche sotto la copertura di missioni di stabilizzazione post-conflitto, sarebbe visto come un atto ostile" e porterebbe a uno “scontro diretto” con la Russia (RIA Novosti 26 marzo 2025).

Ci troviamo quindi davanti a un paradosso inquietante: la pace come situazione in cui può divampare una più ampia guerra. Un cessate il fuoco che contempli la presenza di soldati occidentali sul campo – senza un’intesa con Mosca – viene percepito dal Cremlino come una violazione di una linea rossa. E a quel punto, la Russia potrebbe vedere nella prosecuzione della guerra l’unica via per impedire quello che considera un consolidamento dell’influenza militare occidentale sul proprio confine. È il tragico cortocircuito di una “pace armata”, che si presenta come soluzione ma agisce da provocazione.

L’Italia, va detto, si è smarcata dalle ipotesi più ardite emerse a Parigi. Secondo Ansa e Corriere della Sera, il governo italiano ha ribadito la volontà di non inviare truppe sul campo e di attenersi a un quadro di difesa e supporto all’Ucraina all’interno dei limiti attuali. Ma l’iniziativa francese resta comunque grave. Parlare di “rassicurazione” significa, nei fatti, evocare una presenza militare foriera di sviluppi terribili. L’idea di una pace sorvegliata da truppe europee, senza il consenso della Russia, rappresenta infatti qualcosa che neppure la Nato aveva avanzato anche ai tempi di Biden.

Il rischio? Che la guerra si incancrenisca e che la pace venga rimandata a tempo indefinito per evitare che l’Europa venga trascinata a un passo dal coinvolgimento diretto.

Come movimento pacifista, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo prendere pubblicamente posizione contro questa logica perversa, che stravolge il significato stesso della “pace armata” con contingenti europei, trasformandola in un grimaldello per legittimare nuove operazioni militari. Ed ecco allora che sta maturando un’idea pericolosa di “esercito europeo”, pericolosa perché con meno limiti restrittivi rispetto alle missioni delle forze Nato. Quella Nato che in questo momento è fuori gioco viene ora rimpiazzata da una coalizione di volonterosi che crede di sostituirsi all’ONU e che appare del tutto ridicola se non fosse anche foriera di guerra per noi europei.

* Presidente PeaceLink

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