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C’è santo e santa. Il 4 ottobre e i pasticci del governo

C’è santo e santa. Il 4 ottobre e i pasticci del governo

Tratto da: Adista Notizie n° 36 del 18/10/2025

42391 ROMA-ADISTA. Dal prossimo anno, il 4 ottobre tornerà a essere festa nazionale di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Lo ha deciso il Parlamento che il primo ottobre scorso, con il voto finale del Senato, ha ripristinato la festività che era stata abolita nel 1977 per ragioni di austerity e che tornerà nel 2026, quando si celebreranno ottocento anni dalla morte di Francesco, avvenuta nel 1226.

Tuttavia gli estensori del testo di legge hanno combinato un pasticcio, tanto che è dovuto intervenire il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Ho provveduto alla promulgazione della legge (l’8 ottobre, ndr), pur se il suo testo presenta alcuni aspetti critici che avverto il dovere di segnalare, in considerazione del significato del provvedimento e della circostanza che i rilievi non riguardano profili di natura costituzionale», ha scritto Mattarella ai presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. In sostanza è successo che la maggioranza di centro-destra – che ha fortemente voluto il provvedimento – si è dimenticata di Caterina da Siena, pure lei patrona d’Italia, come stabilito da papa Pio XII nel 1939. Per come è scritta la legge, rileva il capo dello Stato, «la medesima giornata del 4 ottobre è qualificata sia festività nazionale, in onore di san Francesco d’Assisi, sia solennità civile, in onore di Santa Caterina da Siena. Con due diverse disposizioni normative si prevede che, con riferimento ai due santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno ma con un diverso regime». Una contraddizione che – ammonisce Mattarella – richiede urgenti «interventi correttivi» da parte del Parlamento per chiarire «se fare riferimento per la giornata festiva del 4 ottobre esclusivamente a san Francesco o anche a santa Caterina, fino ad oggi considerati congiuntamente».

L’errore – ne siamo certi – verrà sanato. Si tratterà solo di capire come: ovvero se la festa nazionale del 4 ottobre sarà dedicata a entrambi i santi, indebolendo però l’operazione di nazionalizzazione di Francesco d’Assisi che la destra ha già avviato (v. anche notizia successiva); oppure se Caterina da Siena verrà in un certo senso declassata (forse perché donna?).

Alla nazionalizzazione e “appropriazione” di san Francesco ha contribuito in maniera solenne la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a cui è stato messo a disposizione un pulpito straordinario, la loggia di piazza San Francesco ad Assisi, lo scorso 4 ottobre. «Oggi il popolo italiano rivolge lo sguardo qui, al Poverello d’Assisi, “il più amabile, il più poetico e il più italiano de’ nostri santi”, come lo ha definito un filosofo e un patriota come Vincenzo Gioberti. Perché san Francesco è una delle figure fondative dell’identità italiana, forse la principale», ha detto Meloni. «Il legislatore ha scelto di restituire san Francesco, la sua eredità, il suo messaggio, il suo carisma, alla dimensione pubblica e civile di questa Nazione», ha concluso la presidente del Consiglio, salutando il ritorno della festa nazionale. «Una scelta di identità. Un atto d’amore per l’Italia e per il suo popolo». 

*Foto da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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