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IL GENERALE DEI GESUITI: LA TdL? UNA “RISPOSTA CORAGGIOSA” SU CUI LA CHIESA DOVEVA SCOMMETTERE

Tratto da: Adista Notizie n° 85 del 06/12/2008

34729. BARCELLONA-ADISTA. La Teologia della Liberazione “è un risposta coraggiosa e creativa a una situazione di ingiustizia insopportabile in America Latina. Come ogni teologia, ha bisogno di anni per maturare. È un peccato che non le sia stata data fiducia e che le si siano tarpate le ali molto presto, prima che imparasse a volare. Bisogna darle tempo”. Nel dare questa risposta al quotidiano catalano el Periodico (14/11), il maestro generale dei gesuiti, p. Adolfo Nicolás, esprime disappunto per la condanna che la TdL ha subìto da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede con la prima “Istruzione” su di essa, Libertatis Nuntius del 1984 (ma anche la seconda, la Libertatis Conscientia del 1986, non la ‘riabilitò’), a firma dell’attuale papa Benedetto XVI, allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio. Non considera però il padre gesuita che in realtà la TdL non si è lasciata “tarpare le ali”: il ‘volo’ della Tdl non è stato per nulla frustrato da quella condanna, come ben sanno i lettori di Adista che hanno potuto rendersi conto di quanta approfondita riflessione sia stata sviluppata e prodotta in questi anni e quanto si sia ampliato l’orizzonte dell’elaborazione teologica latinoamericana.

Nella veloce intervista vengono affrontati anche temi di stretta attualità in Spagna. Viene ad esempio chiesto a p. Nicolás se ritiene che il governo spagnolo sia “ostile” alla Chiesa, date le decisioni di politica sociale che assume. “Non so”, risponde, e aggiunge: “Abituato al clima di riposante laicità che si respira in Giappone, dove ho vissuto molti anni, trovo il governo socialista, mi si perdoni, immaturo, nel senso che i problemi dell’occupazione, dell’educazione e dell’immigrazione sono talmente grandi che mi sembra si stia perdendo molto tempo nelle relazioni con la Chiesa”. Ma questa, d’altronde - rileva il quotidiano - secondo l’opinione di molti, non fa che criticare,. “È possibile”, ammette il generale dei gesuiti. “Io ho sempre trovato fastidioso e incomprensibile - spiega - che un sacerdote muova critiche alla nazione. Con che diritto? È un errore”.

Circa lo sguardo particolare che, secondo l’intervistatore, P. Nicolás il papa riserverebbe alla Compagnia di Gesù, p. Nicolás ha detto: “Il Vaticano è sempre preoccupato di mantenere un’ortodossia di base perché l’identità cattolica non si perda. I gesuiti, sebbene siano diminuiti di numero, sono sempre il gruppo più visibile teologicamente e dottrinalmente. Che siamo oggetto di maggiore attenzione è naturale”.

E rispetto all’ipotesi di un papa proveniente dal Terzo Mondo, afferma: “Credo che possa sorgere in qualsiasi momento”, “abbiamo sufficiente esperienza, tanto nella Compagnia come nella Chiesa, per relativizzare le questioni geografiche e politiche. Tutto dipende dall’ipotesi che emerga una persona capace”. (eletta cucuzza)

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