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La speranza

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 9 del 24/01/2009

Il 30 novembre scorso Arturo Paoli ha compiuto 96 anni. È nato a Lucca nel 1912. Figura luminosa di prete, la sua, che, dopo aver preso parte alla Resistenza, entrò nella Gioventù di Azione Cattolica, di cui fu vicepresidente dal 1949 al 1954, ma poi, quando la chiesa italiana al suo profilo più spirituale preferì il cristianesimo più esibito pubblicamente impersonato da Luigi Gedda, decise di allontanarsi dall’Italia e si fece piccolo fratello nella congregazione religiosa di Charles de Foucauld.

Il noviziato l’ha fatto in Algeria, prima nel deserto poi lavorando come operaio nel porto di Orano. Un tentativo di rientrare in Italia non riuscirà. È così che si dirige definitivamente in America Latina: prima vivrà a lungo in Argentina,  poi in Venezuela, infine in Brasile, dove, dal 1987, si stabilisce a Foz do Iguacu e dà vita ad un’esperienza di vita comunitaria con le famiglie più povere del Barrio di Boa Esperanca; un’esperienza che dura tuttora. Ma quanto più fratel Arturo si è allontanato dall’Italia tanto più i libri che aveva iniziato a scrivere lo hanno reso vicino, partecipe delle vicende italiane, compagno solidale di quanti cercavano di vie nuove per incarnare la propria fede. “Dialogo della liberazione” è un suo libro famoso della fine degli anni ’60. Poi uscì “Il grido della terra”, “Il presente non basta a nessuno”, “Camminando s’apre il cammino” e tanti altri. Fino agli ultimi: “Le beatitudini. Uno stile di vita”, “Il sacerdote e la donna”, “La forza della leggerezza”, “La gioia di essere liberi”. Ma, oltre ai suoi libri, è stato lui stesso a varcare tante volte l’oceano e a venire in Italia per incontrare gruppi, partecipare ad esercizi spirituali, incoraggiare gli sconsolati. E provare a condividere con tanti amici e comunità italiane le esperienze e le speranze di quel cammino di liberazione, spirituale e materiale, che è stato la cifra della sua intera esistenza.

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