Nessun articolo nel carrello

SEMPRE PIÙ CHIESE OSPITANO LE VEGLIE ANTIOMOFOBIA. MA A PALERMO IL VESCOVO DICE NO

Tratto da: Adista Notizie n° 39 del 21/05/2011

36141. ROMA-ADISTA. Anche quest’anno, per la quinta volta consecutiva, la settimana che ha preceduto la data del 17 maggio – scelta nel 2007 dall’Unione Europea per celebrare la Giornata Mondiale contro l’Omofobia – ha visto svolgersi in diverse città italiane e straniere alcune veglie di preghiera dedicate alle vittime di questa forma di discriminazione. Un numero sempre maggiore di credenti mostra di prendere consapevolezza della gravità e dell’attualità di un problema che affligge, oltre alla società in generale, anche la Chiesa e le comunità ecclesiali in particolare. Organizzate dai diversi gruppi di cristiani omosessuali presenti nella penisola e in collaborazione con diverse realtà ecclesiali locali, cattoliche ma anche valdesi e battiste, le veglie e i culti domenicali per ricordare le vittime dell’omofobia si sono svolte stavolta all’insegna del versetto evangelico «Dio ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo» (Atti 10,28). In diversi casi i momenti di preghiera collettiva sono stati ospitati da parrocchie cattoliche, ad esempio a Milano, dove la Curia ha dato per il terzo anno consecutivo la disponibilità di una chiesa, o a Cremona, dove l’anno passato fu lo stesso vescovo, mons. Dante Lanfranconi, a presiedere la veglia, o ancora a Padova, Genova, Firenze e Bologna.

Tutt’altro clima si è respirato quest’anno a Palermo, dove l’arcivescovo Paolo Romeo è intervenuto per bloccare l’incontro di preghiera da tenersi presso la parrocchia di Santa Lucia. «La Curia di Palermo», ha successivamente spiegato il parroco Luigi Consonni, «venuta a conoscenza dell’iniziativa mi ha invitato a sospendere la veglia del giorno 12 nella nostra parrocchia». L’incontro era stato organizzato da “Ali d’Aquila”, un gruppo di cristiani gay e lesbiche che dal 2008 si riunisce nella chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria, in collaborazione con la comunità cristiana “Kairòs”, la comunità cattolica di San Francesco Saverio, la  Chiesa Valdese di via Spezio e la Chiesa Evangelica Luterana del capoluogo siciliano. La Curia palermitana ha motivato la sua scelta facendo riferimento in particolare a quanto scritto nel 1986 dall’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger, in tema di «Cura pastorale delle persone omosessuali». «Dovrà essere ritirato ogni appoggio», scriveva infatti il futuro papa «a qualunque organizzazione cerchi di sovvertire i nostri insegnamenti. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso può essere fonte di malintesi e di scandalo».

Il gruppo “Ali d’Aquila” ha espresso in un comunicato tutta la sua «tristezza e indignazione» per la decisione dell’arcivescovo, specificando altresì che, a muovere gli organizzatori dell’iniziativa, era stata unicamente l’intenzione «di esprimere con la preghiera la nostra comunione con quanti soffrono a causa del pregiudizio omofobico», e manifestando la volontà «di voler continuare a pregare anche dinanzi a una “porta chiusa”». La veglia si è in effetti svolta, la sera del 12 maggio, nel piazzale antistante la chiesa di Santa Lucia.

Inutile dire che il caso di Palermo – che ricorda da vicino quello verificatosi lo scorso anno a Roma (v. Adista n. 44/2010), quando il card. Agostino Vallini e il Vicariato chiesero espressamente ai parroci di ignorare l’appello che il gruppo di gay credenti “Nuova Proposta” aveva rivolto alle parrocchie della capitale perché accogliessero le veglie per le vittime dell’omofobia – ha suscitato un certo dibattito.

Dalle colonne di Repubblica, è arrivata anche la curiosa presa di posizione di Michele Serra, che nell’edizione di sabato 7 maggio ha sostenuto la decisione di Romeo in quanto «conseguente agli orientamenti della Chiesa cattolica in materia». «Perché la comunità gay», ha scritto il noto giornalista, «si ostina a chiedere asilo a una comunità che considera l’omosessualità non solo una colpa, ma anche una malattia?». A Serra ha prontamente risposto con una lettera aperta Gianni Geraci, portavoce del gruppo di omosessuali cristiani di Milano “Il Guado”. «Il nostro desiderio di continuare a restare in comunione con la Chiesa», sostiene Geraci, «non è un capriccio, ma è qualcosa di profondamente radicato nella nostra struttura personale». «Lei, caro Serra, parla dell’atteggiamento della Chiesa di Palermo e lo definisce “giusto” senza avere la minima idea di quale sia la posizione ufficiale della Chiesa cattolica in materia non tanto di omosessualità, quanto di violenza e di aggressioni omofobe… Nessuno ha chiesto alla Curia di Palermo di avallare pubblicamente una delle tante unioni tra persone dello stesso sesso che, in privato, molti preti e diversi vescovi approvano e incoraggiano… Quello che hanno chiesto gli organizzatori della veglia di Palermo era di invitare le comunità cristiane della città a pregare per le vittime dell’omofobia: pregare cioè per tutti quelli che sono stati derisi, insultati, aggrediti, picchiati, imprigionati, sono stati cacciati dalla loro casa e dal loro paese, sono stati uccisi, solo perché erano omosessuali». Serra, nella sua controreplica alla replica di Geraci, ha affermato di comprendere come, per molti cattolici, la Chiesa non sia solo istituzione, ma anche «comunità, condivisione, esperienza di fede», ribadendosi però convinto dell’estrema velleitarietà della battaglia portata avanti dagli omosessuali credenti in seno alla Chiesa cattolica, pur augurandosi di «essere smentito».

Una presa di posizione abbastanza in linea con quella di Geraci è venuta anche da p. Giuà Gargano, missionario saveriano in Bangladesh, che ha scritto una lettera aperta sui fatti di Palermo pubblicata su Siciliainformazioni.com. «Se si legge il manifesto della veglia», sostiene Gargano, «si capisce bene per chi si vuole pregare: per le vittime dell’omofobia. Allora, penso che non sia un peccato pregare per le vittime come gesto di solidarietà umana e di fratellanza cristiana». «Personalmente», continua padre Giuà «ritengo che una veglia di preghiera non avrebbe dato adito a nessun malinteso o scandalo, non si è avuto il coraggio di osare, di fare un gesto profetico. Ancora una volta ci si è comportati come gli scribi e i farisei, è prevalsa la legge che condanna ma non redime, lasciando la persona sola nella sua realtà, puntandogli il dito invece di mostrargli la mano per aiutarsi a sollevare». (marco zerbino)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.