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L’amore incondizionato che sovverte l’ordine del potere. Lo scandalo di Gesù secondo Alberto Maggi

Tratto da: Adista Documenti n° 90 del 03/12/2011

DOC-2394. ROMA-ADISTA. Una lettura potente, dirompente, del Vangelo di Luca, tutta rivolta a mostrare quanto scandalosa sia la buona notizia rivelata all’umanità «per renderla felice»: la notizia del «Padre che libera da ogni paura, che non giudica, non condanna, ma a tutti incondizionatamente offre il suo amore». È su questo messaggio rivoluzionario che è interamente centrato il libro del biblista Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, non a caso intitolato Versetti pericolosi. Gesù e lo scandalo della misericordia, pubblicato dalla casa editrice Fazi (Roma, 2011, pp. 190, euro 16), nella collana di libera ricerca spirituale “Campo dei Fiori”, diretta da Elido Fazi insieme a Vito Mancuso (di questa collana Adista ha già presentato il capolavoro dell’ex frate domenicano Matthew Fox In principio era la gioia e il libro del teologo statunitense Paul Knitter, uno dei massimi rappresentati della Teologia del pluralismo religioso, Senza Buddha non potrei essere cristiano; v. Adista nn. 33 e 52/11).

I «versetti pericolosi» sono, in particolare, quelli del perdono alla donna adultera, concesso da Gesù incondizionatamente, non dunque in seguito a un atto di pentimento, ma solo allo scopo di riportarla alla vita. Talmente pericolosi, questi undici versetti, da subire la censura dei primi cristiani, tant’è che ci vollero ben tre secoli prima che trovassero ospitalità nel Nuovo Testamento e altri due perché entrassero nella liturgia. «Il facile perdono concesso alla donna», senza neppure pretendere il suo pentimento, scrive Maggi, «era intollerabile», in quanto «poteva mettere a rischio la stabilità coniugale», quasi che, come commentava Agostino, il «d’ora in poi non peccare più» significasse «il permesso di peccare». 

In realtà, se, prima di Gesù, «il nome di Dio era associato più alla paura che all’amore, al castigo più che al perdono, al timore più che alla fiducia, al sacrificio più che al dono e alla sofferenza più che al piacere», con lui tutto questo è destinato a cambiare. Ed è così che, sottolinea Maggi, comincia lo scandalo. Quello di «un amore di una qualità completamente sconosciuta, che non dipende dai meriti degli uomini, ma dai loro bisogni», l’amore di un Dio il cui progetto sull’umanità è, semplicemente, «che l’uomo sia felice». Passa di qui la «totale incompatibilità» tra Gesù, che al centro colloca «l’uomo con le sue necessità» - il «bene dell’uomo» inteso come «valore assoluto di fronte al quale resta relativizzata non solo ogni dottrina, ma anche la propria esistenza» - e l’istituzione religiosa, al cui centro c’è invece la Legge, intesa come valore assoluto di fronte a cui deve essere relativizzata la stessa vita degli esseri umani. «Per onorare Dio – sottolinea Maggi -, spesso si disonora l’uomo, ma quando si onora l’uomo si è certi di onorare anche Dio, qualunque cosa dica la Legge a lui attribuita». Così, mentre le massime cariche religiose invocano la punizione divina contro i peccatori, Dio «non solo non li punisce, ma li avvolge nella sua luce». E mentre quelle giudicano impuri, indegni di avvicinarsi al Signore, quanti non osservano le regole della Legge, Dio «non chiede agli uomini di purificarsi per essere degni di accoglierlo», perché, al contrario, «sarà il fatto di accoglierlo a renderli puri». Se dunque, contro ogni buon senso, «nella religione si è riusciti a convincere le persone che, se sono malate, non possono ricevere il medico», Gesù, vedendo il peccato non come un’offesa a Dio, ma come una malattia che minaccia l’integrità dell’essere umano, accoglie il peccatore come un infermo da guarire anziché come «un contaminato da evitare». «Scribi e farisei – denuncia Maggi – sono tanto pii quanto letali. L’ostentata ortodossia non è che un paravento a quel funesto mondo di morte che cova dentro il loro animo». Perché, «quando il bene della persona non è trattato come unico valore assoluto, ma al suo posto si sostituiscono la dottrina, l’onore e il prestigio dell’istituzione religiosa e della casta sacerdotale, ogni sorta di male è possibile, dalle menzogne ai tradimenti, dalla persecuzione all’omicidio». Un messaggio, questo, che «deve essere urgentemente recuperato da una Chiesa che non può abbandonare la sola missione alla quale il Cristo l’aveva destinata, quella di testimoniare visibilmente l’amore incondizionato di Dio per ogni creatura».

Di seguito, alcune pagine del libro di Maggi, dedicate proprio all’insanabile contrasto tra Gesù e le massime cariche religiose.(claudia fanti)

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