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Il cambiamento è adesso. La voce delle Chiese in difesa del pianeta

Tratto da: Adista Documenti n° 16 del 02/05/2015

DOC-2707. ROMA-ADISTA. Non fanno che aumentare i segnali di allarme sul cambiamento climatico in corso: se il 2014 è stato l'anno più caldo da quando vengono misurate le temperature, quello passato è stato l’inverno più caldo nell’emisfero nord del pianeta, con il conseguente record negativo dell'estensione del ghiaccio in Artico: secondo i dati diffusi dal National Snow and Ice Data Center, la sua portata invernale è diminuita di 1,1 milioni di chilometri quadrati - una superficie che è più del doppio di quella della Svezia - rispetto alla media registrata dal 1981 al 2010. E se cresce anche il numero di chi prende tali segnali sul serio, sono ancora troppi quelli che preferiscono guardare da un'altra parte – a cominciare dalle autorità politiche – o che addirittura se la prendono con “i profeti di sventura”. Così per esempio ha fatto Aldo Grasso sul Corriere della Sera (16/3), scagliandosi contro “Scala Mercalli”, l'ottimo programma sulla crisi ambientale del nostro pianeta (andato in onda su Rai 3 dalla fine di febbraio all'inizio di aprile) condotto dal climatologo Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e volto storico di “Che tempo che fa” (le sei puntate del programma, centrate sui diversi aspetti della crisi e sulle possibili soluzioni, possono essere riviste on-line sul sito www.scalamercalli.rai.it). Deplorando «il tono da professorino e da gufo con cravattino» del conduttore e la sua scelta di seguire «la strada del catastrofismo», Grasso ammette, bontà sua, «che questi siano rischi e problemi serissimi, per cui è necessario trovare soluzioni efficaci», ma, sottolinea, «è un rischio anche l’ideologia, l’affrontarli di fronte al pubblico televisivo con uno stile da “profeta di sventure”». Critiche a cui il climatologo ha risposto: «Penso che la vera catastrofe che ci attende sarà provocata proprio dagli atteggiamenti come il suo! Intanto il direttore del ?Guardian? ha deciso che nelle prossime settimane il cambiamento climatico sarà sempre in prima pagina. Che gufo...».

Chissà che nella stessa categoria dei “profeti di sventure” - a cui possiamo senz’altro ricondurre, tra innumerevoli altri, Elizabeth Kolbert, con il suo libro La sesta estinzione. Una storia innaturale, e Naomi Klein, autrice di Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è sostenibile - non finisca presto anche papa Francesco, la cui prossima enciclica sull'ecologia, la prima in assoluto sui temi ambientali, sta suscitando crescenti aspettative. Sono in tanti, infatti, a sperare che l'enciclica possa offrire un prezioso contributo alla decisiva Conferenza sul clima di Parigi del prossimo dicembre - quando dovrà essere adottato il nuovo piano d’azione globale, con l’obiettivo di contenere il riscaldamento climatico entro la soglia dei 2 gradi centigradi -, incoraggiando ad adottare misure energiche contro il riscaldamento globale. Ed è probabile che non resti senza effetti neanche in relazione alla visita del papa negli Stati Uniti, quando, il 24 settembre, parlerà ad una sessione congiunta del Congresso Usa, dinanzi quindi anche a quegli esponenti del Partito Repubblicano, come il presidente della Camera John Boehner o il senatore della Florida Marco Rubio (possibile candidato presidenziale per il  2016), che negano l’origine antropica del cambiamento climatico, soprattutto perché, come evidenzia Paul B. Farrell (Market Watch, 9/4), hanno ricevuto collettivamente «più di 52 milioni di dollari di contributi dalle imprese legate ai combustibili fossili».  

E mentre cresce l'attesa attorno all'enciclica, non si contano le iniziative in campo ambientale all'interno delle varie Chiese, a cominciare dalla giornata interreligiosa di digiuno in difesa del clima (fastfortheclimate.org), che si svolge ogni primo giorno del mese fino al dicembre 2015, quando avrà inizio a Parigi la Cop 21 (Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite), a cui si è aggiunta l'iniziativa di digiuno promossa dal Movimento Cattolico Globale per il Clima (un'alleanza internazionale tra laici, religiosi e sacerdoti, teologi, scienziati e attivisti cattolici provenienti da molti Paesi; catholicclimatemovement.global) durante i 40 giorni della Quaresima, in ciascuno dei quali sono stati chiamati a digiunare i cattolici di un determinato Paese. Né può mancare la difesa dell'Amazzonia e dei popoli che la abitano, minacciati dai progetti minerari, dalla costruzione di grandi dighe e dall'avanzata delle monocolture di canna da zucchero, soia, palma ed eucalipto (con il rischio, evidenziato da un rapporto del Wwf, che la regione possa perdere addirittura tra 23 e 48 milioni di ettari di foresta entro il 2030): un ambito in cui è molto attiva la Rete Ecclesiale Pan-amazzonica (Repam), promossa dal Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) e dalla Commissione episcopale per l'Amazzonia della Conferenza dei vescovi brasiliani, con l'obiettivo di «unire gli sforzi della Chiesa a favore della custodia responsabile e sostenibile» di tutto il territorio amazzonico. 

Di seguito, in una nostra traduzione dal francese, il documento del Consiglio Famiglia e Società della Conferenza dei vescovi francesi, firmato dal vescovo di Havre, mons. Jean-Luc Brunin, in vista della Cop 21 di Parigi (www.eglise.catholique.fr); la lettera, in una nostra traduzione dall'inglese, inviata da Paul-André Durocher, arcivescovo di Gatineau e presidente della Conferenza episcopale canadese, al presidente del Celam mons. Carlos Aguíar Retes, in occasione dell'udienza, lo scorso 19 marzo a Washington, di una delegazione del Celam e della Repam presso la Cidh, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani dell'Oea (Organizzazione degli Stati Americani), sul tema dell'impatto dell’estrattivismo in America Latina e in particolare nella regione amazzonica (www.cccb.ca); e, per finire, sempre dall'inglese, ampi stralci della dichiarazione (diffusa in occasione della Pasqua) di 17 vescovi e arcivescovi dell'Anglican Communion Environmental Network, riunitisi in Sudafrica alla fine di febbraio (www.anglicancommunion.org). 

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