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"Istiga alla violenza verso i gay". Denuncia contro il vescovo di Coira

“Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte”. Tra i tanti brani possibili, il vescovo di Coira, mons. Vitus Huonder, ha scelto proprio questo, tratto dal Levitico (20,13), per parlare di matrimonio cristiano nel corso di una conferenza svoltasi a Fulda, in Germania, il 31 luglio scorso in occasione del Congresso del Forum dei cattolici tedeschi. Aggiungendo che questo versetto dovrebbe essere sufficiente “a rimettere nella giusta direzione la questione dell’omosessualità dal punto di vista della fede”.

Immediata la reazione della principale associazione lgbt svizzera, Pink Cross, che ha richiesto scuse pubbliche da parte del vescovo, il quale, con un comunicato pubblicato sul sito della diocesi, ha parlato di un “malinteso” affermando che non aveva alcuna intenzione di sminuire le persone omosessuali e ricordando la sua fedeltà al catechismo della Chiesa cattolica in merito.

Una dichiarazione non sufficiente secondo Pink Cross che ha deciso di presentare una denuncia contro il vescovo per istigazione alla violenza. Mons. Huonder si “è limitato a dire di essere stato frainteso senza scusarsi”, ha commentato a La Croix (10/8), Bastian Baumann, a capo dell'associazione. “Non è la prima volta che abbiamo problemi con lui – ha proseguito – e ogni volta si ripete lo stesso copione: dice delle cose terribili e poi afferma di non essere stato capito".

Nel frattempo alcune associazioni lgbt (Stop Homophobie, Queer.ch, C+H, Chrétien.nes e Homosexuel.les, Fédération Genevoise des Associations LGBT, Yagg e 360°) hanno lanciato una petizione online – che al momento ha raggiunto quasi 3mila firme – per chiedere alla Conferenza dei vescovi svizzeri, che si riunirà in Assemblea dal 31 agosto al 2 settembre, di prendere le distanze dalle dichiarazioni del vescovo.

Da parte sua, mons. Markus Büchel, presidente della Conferenza episcopale, si è già pronunciato a titolo personale. Sul sito della diocesi da lui guidata, quella di San Gallo, il 7 agosto è stata pubblicata una lettera nella quale il vescovo afferma che “in una relazione avere una sessualità responsabile è più importante dell’inclinazione omo o eterosessuale”.

Le posizioni di mons. Huonder sul tema sono ben note. Nel febbraio scorso, il vescovo ha deciso di punire il parroco di Bürglen (Canton Uri) colpevole di aver benedetto una coppia di donne lesbiche del suo paesino. Venuto a conoscenza dell'audace gesto di don Wendelin Bucheli, risalente all'ottobre del 2014, mons. Huonder ha pensato di spedirlo dall'altra parte della Svizzera, a Losanna, dove aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale e dove risiederà dopo quattro mesi sabbatici da trascorrere a Gerusalemme.

* Immagine di Guillaume Paumier, tratta dal sito Flickr, licenzaimmagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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