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Tagli all'Agenzia Onu per i profughi palestinesi: una minaccia per il diritto al ritorno

Tagli all'Agenzia Onu per i profughi palestinesi: una minaccia per il diritto al ritorno

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese e Ulaia ArteSud onlus hanno scritto al sen. Luigi Manconi ed all’on. Pia Elda Locatelli, rispettivamente presidente della Commissione Diritti Umani del Senato e del Comitato Diritti Umani della Camera dei Deputati, per denunciare la riduzione dei finanziamenti all'Unrwa (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), sollecitandone l’intervento nei confronti del governo affinché si faccia carico di una decisa azione in tutte le sedi competenti, per richiamare i Paesi donatori al rispetto degli impegni presi. Analoga sollecitazione hanno rivolto ai/alle parlamentari aderenti all’intergruppo “Per la Palestina” della Camera dei deputati. Di seguito il testo del documento.


Le politiche UNRWA in vigore dal 1° gennaio 2016 per l’accesso dei palestinesi dei campi profughi in Libano alle strutture sanitarie hanno portato ad una riduzione del tetto massimo per le diverse prestazioni e hanno abbassato sensibilmente il livello della copertura sanitaria garantita. Ciò ha provocato manifestazioni di protesta in tutto il Paese, che sono tutt’ora in corso e vanno aumentando. Le nuove regole preoccupano non solo i palestinesi ma anche le associazioni nazionali ed internazionali che si prendono cura delle sorti dei profughi palestinesi in Libano. L’UNRWA ha motivato le sue nuove politiche in un comunicato del 14 dicembre scorso, in cui afferma il proprio intendimento di “rendere la copertura sanitaria (per i palestinesi) più simile a quella del paese ospitante”. Ma si tratta di una motivazione inverosimile, poiché la condizione dei profughi palestinesi è incomparabile con quella dei cittadini libanesi, essendo i palestinesi fortemente discriminati. È infatti loro vietata la maggior parte delle professioni: l’accesso è consentito solo a lavori umili e mal pagati. Di conseguenza, essendo molti i disoccupati ed alto il tasso di povertà, è impossibile per loro il ricorso a cure private, per altro costosissime, per sopperire al venir meno di quelle assicurate dall’UNRWA.

Appare dunque fondato il convincimento che la riduzione della copertura sanitaria sia causato dalla necessità di contenere la spesa “nel limite delle risorse disponibili dell’Agenzia” come recita lo stesso comunicato stampa menzionato. Risorse che, mentre la popolazione palestinese nei campi profughi è cresciuta notevolmente, sono andate diminuendo a causa del sistematico venir meno dei finanziamenti dei Paesi donatori. Così ai tagli dello scorso anno all’istruzione si aggiunge quest’anno la riduzione della copertura sanitaria.

Dietro queste manovre si nasconde una disegno strategico che Mahmoud ElJouma “Abo Wassim”, coordinatore della ong Beit Atfal Assumoud, in missione a Roma nei giorni scorsi, ha apertamente denunciato. Il progressivo depauperamento dell’UNRWA, Agenzia istituita a protezione dei rifugiati palestinesi, mira a costringere questi ultimi, in particolare i giovani, a lasciare il Medio Oriente e a creare le condizioni perché rinuncino di fatto al diritto al ritorno.

È una strategia che oltraggia il Diritto Internazionale, che noi rifiutiamo e che va combattuta.

Per questo chiediamo al governo italiano:

- che si faccia interprete presso l’Unione europea dell'esigenza di richiamare severamente i Paesi finanziatori dell’UNRWA alle loro responsabilità, affinché possa essere ripristinato al più presto il precedente livello di copertura finanziaria;

- che, forte delle buone relazioni con quel Paese di cui siamo anche un importante partner commerciale, solleciti il governo libanese a collaborare con l’UNRWA, per approntare una soluzione che sottragga la comunità palestinese, già tanto gravata dal mancato riconoscimento dei diritti civili da parte dello Stato libanese, dagli effetti del mancato gettito dei Paesi donatori.

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese

Ulaia ArteSud onlus

* Un'immagine delle proteste in corso in Libano. Foto di Olga Ambrosanio.

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