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Non si fermi la mobilitazione per l'acqua pubblica “tradita”. Appello di p. Zanotelli

Non si fermi la mobilitazione per l'acqua pubblica “tradita”. Appello di p. Zanotelli

Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 29/10/2016

38722 NAPOLI-ADISTA. Ancora una dura presa di posizione del missionario comboniano p. Alex Zanotelli sulla spinosa questione dell'acqua bene comune, che ha infiammato il dibattito in occasione dei referendum del 2011 e anche di più successivamente, quando la netta volontà manifestata nelle urne da circa 26 milioni di italiani è stata letteralmente negata e calpestata dal governo e dagli enti locali. Uno «scempio di democrazia», ha tuonato il missionario in una lettera inviata alla nostra redazione il 18 ottobre: l'unica forma di democrazia diretta sancita dalla Costituzione è il referendum abrogativo, chiarisce il missionario, con il quale i cittadini e le cittadine italiane nel 2011 hanno chiaramente detto che l'acqua non è un bene che può sottostare alle leggi del mercato libero e su cui un qualsiasi soggetto economico può fare profitto. «Il Parlamento italiano – ha aggiunto p. Alex – doveva tradurre in legge questa decisione del popolo. Invece il Parlamento non l’ha mai fatto, pur avendo a sua disposizione La Legge di iniziativa popolare (2007), che aveva ottenuto oltre cinquecentomila firme!». Quel dispositivo è rimasto chiuso in un cassetto della Commissione Ambiente della Camera fino al 2015, quando, dopo una massiccia mobilitazione della società civile, ha iniziato il suo iter con la discussione in commissione. Come se non bastasse, però, «purtroppo il 15 marzo 2015 il governo Renzi è intervenuto a gamba tesa, facendo saltare l’articolo 6 di quella legge, che definiva il servizio idrico privo di rilevanza economica e ne disponeva l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico». La legge di iniziativa popolare, di fatto svuotata del suo più importante contenuto, è stata poi votata da 243 deputati, con la sola opposizione dei 129 della sinistra e del Movimento 5 Stelle. Superato il voto della Camera, quel Ddl è oggi dibattuto presso la Commissione Ambiente del Senato: «Conoscendo le posizioni dei Partiti sull’acqua, c’è ben poco da sperare», è l'amaro commento del missionario. «Il governo Renzi persegue la sua strategia di privatizzazione», attraverso la Legge Madia che «impedisce alle aziende speciali di gestire i servizi a rete come l’acqua» e attraverso lo “Sblocca Italia”, che invece «favorisce i grandi accorpamenti, permettendo alle multinazionali di realizzare l’economia di scala a loro vantaggio». Sostiene p. Alex che rientra nelle intenzioni di Matteo Renzi favorire la scalata di quattro grandi colossi dell'acqua, dietro i quali si nascondono interessi di grandi multinazionali come Vivendi e Suez: Iren in Piemonte e Liguria, A2A in Lombardia, Hera in Emilia Romagna, Toscana, Marche e nel Nord-Est e, ultima, ma non meno rilevante, Acea che vorrebbe accaparrarsi il “mercato” dell'acqua in Lazio, Molise e tutto il Mezzogiorno. Caso esemplare quello pugliese, dove il presidente della regione Michele Emiliano, «da sempre schierato per l’acqua pubblica» ha nominato presidente dell’Acquedotto Pugliese «un uomo di Iren ed ha avviato la fusione dell’Acquedotto (100% pubblico) con Gesesa Spa mista di Benevento e con Altocalore Spa pubblica di Avellino. Questo è il primo passo verso una megautility del Sud capitanata da Acea che gestirà così l’acqua del Mezzogiorno». A destare scandalo, denuncia ancora il sacerdote comboniano, è il totale silenzio (complice) del mondo politico e di tanti che negli anni passati avevano sposato la causa dell'acqua bene comune. Ne sono un esempio eclatante gli amministratori pentastellati: «A Torino la neoeletta sindaca Appendino ha usato i soldi dell’acqua pubblica per risanare il bilancio. A Roma, la sindaca Raggi ha chiesto all’Acea di abbassare le bollette! È ormai chiaro che il M5S sta tradendo una delle sue fondamentali promesse elettorali». Tra i “tradimenti”, Zanotelli ricorda anche quello, scottante e recente, di Napoli, dove il sindaco Luigi De Magistris, unico ad aver attuati i referendum nel capoluogo partenopeo, a metà settembre ha licenziato il presidente della società speciale ABC (Acqua Bene Comune) Maurizio Montalto, e tutto il Cda, espressione dei movimenti che per quel risultato avevano tanto lottato (v. Adista Notizie n. 33/16).

Papa Francesco nella Laudato si', ricorda il missionario, definisce l'acqua «un diritto umano, essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone». Proprio leggendo queste parole del papa, conclude p. Zanotelli, «mi meraviglia il silenzio della Conferenza episcopale italiana a questo riguardo. E mi meraviglia altrettanto la poca partecipazione delle comunità parrocchiali e degli ordini religiosi in difesa della Madre di tutta la vita sulla Terra. Per chi crede nel Dio della vita, diventa un dovere la difesa di “Sora Acqua”. Ma lo è altrettanto per chi si considera laico. Insieme, senza stancarci, diamoci da fare perché la Politica non obbedisca ai poteri economico-finanziari, ma al popolo sovrano».

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