
Rete C3dem. Democrazia, le vie da percorrere
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 5 del 04/02/2017
Gli scenari sono chiari e per nulla incoraggianti. Sono quelli tracciati da Romano Prodi nella mattina di sabato 21 gennaio al convegno/assemblea dal titolo “Globalizzazione, conflitti, disuguaglianze: la situazione nel mondo. Le possibili vie da percorrere. Il contributo dei cattolici democratici”, organizzato a Bologna dalla rete delle 20 associazioni che si riuniscono sotto la sigla C3dem (Costituzione, Concilio, Cittadinanza, per una rete tra cattolici e democratici).
I tratti in estrema sintesi: diffusione dell’autoritarismo e crisi seria della democrazia in diversi Paesi; crescita spropositata di disuguaglianze economiche e sociali non governate da risposte concrete per diminuirne la portata devastante sulla vita delle persone e sulla stessa credibilità democratica; (ergo) aumento dei populismi/nazionalismi; crisi dell’idea dell’Europa come collante di solidarietà e integrazione internazionale; e crisi anche della stessa leadership europea (praticamente assente) a guida collettiva (la Germania emerge con tutta la sua capacità di imporre regole e criteri guida); esplosione di paure singole (v. flussi immigratori) con il rischio che “prima o poi scoppino le paure collettive” (sempre che non siano già esplose); crisi del concetto di lavoro come lo abbiamo conosciuto finora e mancanza di strategie intelligenti (da studiosi, politici, sindacati) per affrontare in maniera decisiva i problemi che sta vivendo questo mondo.
L’analisi è chiara, e sistematizzarne pensieri e concetti anche se non nuovi serve a capire meglio le prospettive che ci si pongono davanti. Ma ci chiediamo anche: che cosa si può fare, quindi, per tentare – quantomeno – di arginare le derive e se possibile impedire la produzione di danni? Meglio: si può contribuire a disegnare il profilo di un mondo migliore? E quindi: quale possono essere le vie concrete da percorrere e quale il contributo praticabile dei cattolici democratici? È’ per questo che la Rete è nata e vuole agire, nella pluralità di posizioni contingenti, ma nella condivisione dei valori di fondo.
Noi siamo partiti da alcuni concetti base che possono essere declinati a partire da tre netti No e da altrettanti Sì: No alla tesi che sia archiviata dalla storia la voce specifica dei Cattolici democratici nelle vicende del nostro Paese; alla irreversibilità della crisi della Democrazia; e alla facilità con cui si danno risposte semplicistiche alla complessità dei problemi. Che poi abilitano la rabbia, il disagio, l’insofferenza verso risposte politiche che – con qualche approssimazione – chiamiamo populismo. E poi i Sì alla possibilità/necessità di fare rete tra soggetti e storie diverse, mettendo a fattore comune e valorizzando le differenze; alla opzione per una politica come dinamica – faticosa ma costante – capace di coniugare la pratica delle risposte concrete e percorribili con orizzonti e ideali alti; allo studio, all’analisi, al confronto, importante quanto le stesse opzioni finali (la democrazia decidente non può essere messa in atto senza una democrazia pensante).
Eppure non basta più attestarsi su linee guida, di metodo più che di merito. È importante, sì, come dice papa Francesco, aprire processi più che occupare spazi. Ma insieme occorre anche (per chi ha a cuore la politica “come la più alta forma di carità”, Paolo VI) essere capaci di avanzare proposte, tentare il dialogo con altri gruppi e soggetti, avere una voce e un pensiero comuni per essere ascoltati e di fatto propositivi. E sulla stentata incidenza del pensiero cattolico democratico in questi ultimi anni, il richiamo di Prodi è stato amichevole, ma severo insieme.
Per questo il dibattito pomeridiano (che prevedeva il bilancio di quanto fatto in questi cinque anni di vita e l’elezione del nuovo gruppo dirigente) è stato sereno (in altre parole, consapevole dei limiti e delle difficoltà che in questi tempi incontra un pensiero e una voce legati allo spirito costruttivo e condiviso che origina dall’ispirazione evangelica), ma insieme possibilista sugli impegni da prendere.
«La nostra rete unitaria e ogni singola associazione aderente vogliono mettersi sempre più a servizio del Paese», ha affermato il nuovo coordinatore-presidente, Sandro Campanini, scuola Ac, Fuci e Meic, dell’associazione “Il Borgo” di Parma, tra le più attive della Rete C3dem.
«È urgente, oggi, riaffermare il valore della democrazia, esplorare i modi per renderla sempre più partecipata e nel contempo in grado di assumere decisioni; ribadire l'ideale di un'Europa unita e protagonista di pace e sviluppo, respingendo nazionalismi e chiusure; impegnarci per i giovani, a partire dal tema dell'occupazione». Ha aggiunto, quasi come una sorta di filo rosso che attraverserà il suo mandato (due anni, da statuto): «Vogliamo essere un'opportunità per incontrarsi, dialogare, capire le dinamiche del nostro tempo ed elaborare proposte e azioni concrete: invitiamo a camminare con noi fratelli e sorelle credenti, ma anche - con totale apertura - ogni persona che voglia dare un contributo di idee».
Su questa scia, inoltre, nel dibattito assembleare sono emerse alcune sollecitazioni, tra le quali: una rinnovata attenzione al tema del lavoro, che a breve si concretizzerà in un convegno a Milano; la necessità di interloquire (e pungolare con contenuti e proposte) con esponenti delle istituzioni impegnati anche a livello territoriale (e non solo del Pd), e con laici e associazioni ecclesiali per riprendere un filo di interesse per la politica; una riflessione/discussione (valorizzando anche la piattaforma on-line) sulla democrazia rappresentativa; ridare slancio alla visione europea in palese appannamento; attingere alla ricchezza dei gesti e dei messaggi di papa Francesco, anche a fronte dell’incapacità della Chiesa a livello locale, nazionale ed europeo di esprimere pensieri e riflessioni che possono rappresentare un riferimento significativo; dopo lo scontro generato con il referendum, ripartire dai fondamenti e dalle sensibilità che hanno sostanziato il percorso comune della rete, in particolare su Costituzione e Cittadinanza; avviare la lettura di processi di cambiamento su welfare, lavoro, economia; ripensare attività (es. convegni a livello locale e scuole di formazione) e strumenti (riviste quali “Appunti di cultura e politica”) proposte da singole realtà come occasioni per convergere tra più associazioni; valutare forme di coinvolgimento di nuove associazioni e di giovani per non essere autoreferenziali.
Diceva San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti: «Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo».
Gli obiettivi della rete “C3dem”
La cultura politica del cattolicesimo democratico è stata uno dei filoni di pensiero e azione più vitali del Novecento e ha contribuito alla costruzione della democrazia in Italia e in Europa. Diverse realtà che si riconoscono nella cultura cattolico-democratica hanno quindi cercato negli ultimi anni di creare nuovi ambiti di aggregazione ed elaborazione, per dare un contributo originale di analisi e proposta al Paese. Per questo nel 2012 è nata la Rete “C3Dem” (www.c3dem.it), promossa da una ventina di associazioni e riviste di tutta Italia. Tre sono i punti essenziali di riferimento: la Costituzione italiana, il Concilio Vaticano II e la Cittadinanza, nel duplice senso della valorizzazione della partecipazione e del pieno diritto-dovere di tutti (anche dei “nuovi italiani”) di essere protagonisti attivi della vita civile. Tre “c”, tutte e tre sorgenti vitali di democrazia.
La registrazione audio-video del convegno
di Bologna con romano Prodi
Radio Radicale, nel suo prezioso lavoro di documentazione di tanti eventi politici e culturali, ha seguito anche questo convegno registrandolo e pubblicandolo sul sito: ecco il link per ascoltare i lavori della mattina.
https://www.radioradicale.it/scheda/498016/convegno-nazionale-costituzione-concilio-cittadinanza-c3dem
Vittorio Sammarco è giornalista, membro di C3dem
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!