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Pax Christi ai candidati alle elezioni: siete per il disarmo o no?

Pax Christi ai candidati alle elezioni: siete per il disarmo o no?

Tratto da: Adista Notizie n° 4 del 03/02/2018

39222 FIRENZE-ADISTA. Caro candidato, cara candidata al Parlamento, sei a favore del disarmo e della riconversione dell’industria armiera oppure ritieni che produzione e commercio delle armi siano attività economiche da valorizzare e da implementare?

È questa la domanda che Pax Christi intende rivolgere ai partiti e ai candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Dalle risposte che arriveranno – o che non arriveranno – si potranno ricevere preziose indicazioni di voto. Il punto di partenza sono le parole pronunciate da papa Francesco al Cairo, in Egitto, lo scorso 28 aprile 2017: «Per prevenire i conflitti ed edificare la pace (…) è fondamentale bloccare i flussi di denaro e di armi verso chi fomenta la violenza. Ancora più alla radice, è necessario arrestare la proliferazione di armi che, se vengono prodotte e commerciate, prima o poi verranno pure utilizzate. Solo rendendo trasparenti le torbide manovre che alimentano il cancro della guerra se ne possono prevenire le cause reali».

È sulla base di questo appello che il Consiglio nazionale di Pax Christi, riunitosi alla Casa della pace di Firenze il 20 e 21 gennaio, a Firenze ha discusso ed approvato un documento da sottoporre a tutti i partiti e ai candidati alle prossime elezioni politiche, ai quali sarà chiesto di esprimersi pubblicamente in merito.

Agli aspiranti deputati e senatori si chiede in particolare che l’Italia aderisca al trattato delle Nazioni Unite per la messa al bando delle armi nucleari; la sospensione della partecipazione italiana al programma di produzione ed acquisto dei caccia bombardieri F35, capaci di portare e di guidare da remoto le nuovissime bombe atomiche B61-12; la riconversione sociale delle spese militari e dell’industria bellica, a partire dalla Rwm di Domusnovas in Sardegna, che produce le bombe vendute all’Arabia Saudita e da essa usate sulla inerme popolazione yemenita. Si chiede inoltre la rigorosa applicazione delle legge 185/90 sul commercio delle armi ed il ritiro delle truppe italiane dalle missioni internazionali svolte al di fuori delle risoluzioni dell’Onu, a cominciare dall’ultima appena approvata, quella in Niger.

Intanto, al di là di quello che sarà l’orientamento dei candidati, il Consiglio nazionale «auspica che possa continuare e crescere l’impegno di un gruppo interparlamentare per la pace che promuova anche azioni di pressione per far uscire l’Italia dalla Nato, per una riforma dell’Europa ed un rafforzamento dell’Onu al fine di garantire la pace e la giustizia nel rispetto del diritto internazionale».

* Casa della pace di Firenze in una foto del 2015, fonte Pax Christi

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