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Saggi di Chiesa reale: il caso della facoltà fantasma di Diritto Canonico di Napoli

Saggi di Chiesa reale: il caso della facoltà fantasma di Diritto Canonico di Napoli

Tratto da: Adista Notizie n° 24 del 30/06/2018

39425 NAPOLI-ADISTA. Una significativa vicenda sta interessando nelle ultime settimane la Pontificia Università dell’Italia Meridionale. Significativa per le modalità; ma soprattutto rivelatrice del modo con cui nella Chiesa reale – quella in cui sono in gioco carriere, privilegi, soldi e potere – le dinamiche continuino a riprodursi non in base alla collegialità e alla condivisione, ma in base alle più tradizionali logiche curiali e verticistiche.

Si tratta della apertura, prevista in ottobre, di una nuova Facoltà o Dipartimento (parrebbe che per il prossimo anno accademico ci si limiti al dipartimento, che sarà trasformato in Facoltà a partire dall’anno accademico 2019-2020) all’interno della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. La Facoltà Teologica ha attualmente due sezioni: la prima, intitolata a S. Luigi, è da secoli gestita dalla Compagnia di Gesù; l’altra, intitolata a S. Tommaso d’Aquino, corrisponde alla Facoltà Teologica Napoletana già esistente presso il Seminario maggiore arcivescovile di Napoli ed è sotto il controllo della Curia di Napoli, cioè del suo arcivescovo, il card. Crescenzio Sepe. Proprio all’interno di questa sezione starebbe per nascere una Facoltà o Dipartimento di Diritto Canonico. Solo che nessuno ufficialmente ne sa ancora nulla. Non ne sanno nulla i gesuiti e non ne sanno nulla nemmeno molti tra i docenti della Facoltà, anche della sezione San Tommaso. La questione non è stata oggetto di confronto nemmeno all’interno del Consiglio di Facoltà, riunitosi a marzo e poi di nuovo a maggio.

Eppure la decisione sarebbe stata presa in gran segreto e di concerto tra il card. Sepe e il card. Giuseppe Versaldi a capo della Congregazione vaticana per l’Educazione Cattolica, che ha competenza su tutte le Università, Facoltà, Istituti e Scuole Superiori di studi dipendenti da enti ecclesiastici; e scavalcando tutti gli organismi statutari della Facoltà. E così, mentre nessuno ufficialmente ancora sa nulla, già sono iniziati all’interno della sezione S. Tommaso i lavori di ristrutturazione necessari per adeguare i locali dell’Università.

La questione non è di poco conto: la nuova Facoltà sarebbe alle dirette dipendenze della sezione S. Tommaso d’Aquino, quindi del card. Sepe, che è gran cancelliere dell’Università. E si tratterebbe dell’unica facoltà di Diritto Canonico del Sud Italia, oltre le numerose che esistono Roma che dista un’ora di treno da Napoli. L’afflusso di studenti meridionali (e di iscrizioni e quindi di “indotto”) sarebbe dunque notevole.

Il cardinale, che è arcivescovo metropolita e presidente della Conferenza episcopale campana, ha da poco compiuto i canonici 75 anni, età in cui i vescovi rimettono il loro mandato nelle mani del papa. Ma il cardinale sembra intenzionato a restare al suo posto. Il 27 gennaio scorso, durante un incontro col papa in Vaticano, si sarebbe anche assicurato il placet di papa Francesco. Il condizionale è d’obbligo perché l’unica fonte che ha annunciato la proroga del mandato del card. Sepe è la Curia napoletana. «Papa Francesco ha invitato il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, a continuare per altri due anni nel suo mandato rispetto alla scadenza dei 75 anni», riferiva un lancio dell’Ansa, riprendendo una nota pubblicata dalla Curia di Napoli immediatamente dopo l’incontro avvenuto in Vaticano tra il pontefice e Sepe. Il cardinale, spiegava il comunicato della Curia, «ha fatto presente al Sommo Pontefice che il prossimo 2 giugno compirà 75 anni e, a tale riguardo, come previsto dal diritto canonico, presenterà le prossime dimissioni». Papa Francesco, riferisce la nota, «con parole affettuose e di apprezzamento del lavoro svolto in questi anni dal cardinale Sepe lo ha invitato a continuare “almeno per altri due anni”, confermandogli, quindi, la propria fiducia e rinnovandogli il mandato pastorale». L’udienza, durata circa trenta minuti, «è stata molto cordiale» e «il Santo Padre», riferisce ancora la nota, «ha subito creato un clima di massima apertura e attenzione».

Insomma Sepe, probabilmente, ha giocato d’anticipo, dando già in gennaio – proprio mentre stava partendo la complessa macchina ecclesiastica per individuare il candidato alla sua successione – la notizia che il papa aveva intenzione di prolungare la sua permanenza nella città partenopea. Una intenzione che ad oggi pare non abbia però avuto ancora nessuna conferma scritta.

Scandali e polemiche intorno al suo nome

Famoso per le sue omelie “eccentriche” e per la sua mondanità, nel corso della sua carriera Sepe ha visto il suo nome coinvolto in diversi scandali e polemiche. Apprezzato da Giovanni Paolo II per le capacità organizzative messe in luce durante il Giubileo del 2000, fu creato cardinale proprio da Wojtyla, che lo designò alla guida del potentissima Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il più ricco dicastero pontificio, perché gestisce un enorme patrimonio immobiliare e ha giurisdizione sulle nomine di tutte le terre di missione (Africa, Asia e parte dell’America Latina; gli altri ricadono invece sotto la giurisdizione della Congregazione per i Vescovi). Come prefetto di Propaganda Fide, Sepe fu coinvolto nell’inchiesta che nel 2010 coinvolse la cosiddetta “cricca” (l’imprenditore Diego Anemone, l'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, l’ex capo della Protezione Civile e ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Bertolaso) e iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Perugia per aver concesso all’ex ministro dei trasporti Pietro Lunari alcuni appartamenti di proprietà della Congregazione a prezzo di favore in cambio di alcuni lavori al lussuoso palazzo della Congregazione stessa in piazza di Spagna a Roma. Nel 2001 Sepe aveva nominato Balducci, già insignito dell’onorificenza di “gentiluomo di Sua Santità”, consultore della Congregazione. Intanto, nel 2006 Benedetto XVI aveva allontanato Sepe da Roma, nominandolo alla guida dell’arcidiocesi partenopea. Ma nel 2010 l’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Pdl in Campania, arrestato per aver favorito la camorra casertana, avrebbe favorito l’assunzione – su richiesta dello stesso Sepe – di due nipoti del cardinale nell'azienda Eco4, attiva nel settore dei rifiuti e gestita da imprenditori vicini al gruppo dei casalesi. Ancora: Gianluigi Nuzzi, autore di diversi libri di inchiesta sul Vaticano, rivelò su Libero (22/6/2010) che in una cassetta di sicurezza presso lo Ior sono custoditi «oltre 20 chilogrammi in lingotti d’oro riconducibili a uno dei più stretti collaboratori del cardinale Crescenzio Sepe».

L’ultima tegola, sul cardinale, la vicenda di don Silverio Mura, prete della diocesi accusato di pedofilia, che secondo i due giovani che lo accusano sarebbe stato per anni coperto dalla diocesi partenopea e lasciato libero di esercitare il ministero. Circostanza sempre smentita dalla Curia di Napoli.

* Il cardinal Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napolli, in una foto [ritagliata] di Charlie1965nrw tratta da Wikimedia Commons, licenza Creative Commons

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