
Martire del libro pensiero, vittima dell’oscurantismo clericale. Le celebrazioni per Giordano Bruno, 420 anni dopo il rogo
ROMA-ADISTA. Sono trascorsi 420 anni da quando, il 17 febbraio del 1600, Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma per ordine del tribunale della Santa Inquisizione, presieduto personalmente dal pontefice romano. E il prossimo 17 febbraio, dalle 17 in poi, l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” ricorderà a Campo de’ Fiori a Roma l’assassinio del di Bruno, «fiamma della ragione contro l’oscurantismo».
«“Eretico, pertinace, impenitente ...” recitava la sentenza nella sua tracotanza di potere e nel massimo spregio per chi come Bruno rivendicava il diritto umano di pensare e scegliere autonomamente per uscire dalla caverna della sottomissione individuale e sociale e conquistare sempre più spazi di libertà e giustizia – si legge nel comunicato dell’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” –. In un contesto storico come quello attuale, dove il senso della ragionevolezza sembrerebbe smarrito nella ripresa di rigurgiti di razzismo, fideismo, nostalgie di totalitarismo, vogliamo rimettere al centro più che mai la laicità, baluardo e fertilizzante della democrazia contro ogni sopruso e forma di sfruttamento. Ben lo sapeva Giordano Bruno, che ha avuto il coraggio di alzare la testa oltre l’orizzonte del definito con la sua rivoluzionaria filosofia che apre formidabili prospettive progressiste e che continua ad essere di straordinaria attualità: dalla conoscenza all’etica alla politica, nell’unità di pensiero critico e azione responsabile.
Alle 17, deposizione delle corone di alloro con accompagnamento della Banda Musicale del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Roma e i saluti istituzionali della città di Roma e di Nola. A seguire convegno con le relazioni di Maria Mantello (Giordano Bruno Oltre l’orizzonte del definito), Luigi Lombardi Vallauri (Mistica laica ed economia nel segno di Giordano Bruno), Ciro Asproso (La verità è imbruciabile) e Sofia Belardinelli (La Terra nostra perpetua nutrice e madre).
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