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“Aiuto alla chiesa che soffre”: la potente lobby della destra cattolica (e i suoi guai)

“Aiuto alla chiesa che soffre”: la potente lobby della destra cattolica (e i suoi guai)

Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 28/01/2023

41342 ROMA-ADISTA. Una potente lobby cattolica, un’organizzazione internazionale capace di raccogliere fondi per le Chiese perseguitate che si fregia del titolo di «Fondazione Pontificia». È questa in estrema sintesi, la fotografia di «Aiuto alla Chiesa che soffre» (Acs), l’organismo fondato nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, il religioso di origine olandese che cominciò la sua attività mettendo in piedi una vasta rete d’aiuto per i tedeschi sfollati dalla Germania est nel dopoguerra, e poi investì ogni sforzo per sostenere le chiese che si trovavano oltre la Cortina di ferro.

La visita apostolica

Col tempo le finalità dell’opera sono cambiate, e obiettivo dell’instancabile azione di fundraising dell’Acs sono diventati i cristiani perseguitati in ogni angolo del pianeta e le Chiese povere in generale. Tuttavia, dato che non è tutto oro quello che luccica, nel 2010 venne fuori un’accusa di stupro di una donna contro il fondatore van Straaten (morto nel 2003), risalente al 1973, poi confermata dagli stessi vertici dell’organizzazione (v. Adista online, 11/02/2021). Non solo: dal 2009 al 2011, l’organismo era stato sottoposto a una visita apostolica da parte del Vaticano per verificarne modalità d’azione, regole interne, finalità, utilizzo delle risorse. Era la stessa Acs a precisare le ragioni che avevano spinto Benedetto XVI a promuovere un’indagine approfondita sull’organizzazione: «Il risultato della visita fu la riorganizzazione e la ristrutturazione della cooperazione tra gli uffici nazionali e la sede di Königstein (sede centrale dell’Acs, ndr). Dal dettagliato resoconto finale della visita sono state tratte numerose conseguenze, soprattutto la ricostituzione legale come fondazione pontificia, la revisione degli statuti, l'introduzione di nuovi organi di gestione e controllo e, dal 2019, l'istituzione di un sistema di norme e tutele per prevenire gli abusi sessuali come una priorità dell'organizzazione sia internamente che nel finanziamento dei progetti». Dunque l’elevazione a fondazione pontificia non fu una sorta di promozione come potrebbe sembrare a prima vista, ma una scelta dovuta alla volontà della Santa Sede di mettere sotto controllo l’Acs. Dalla visita pontificia, secondo la stampa tedesca, emerse anche una certa simpatia del fondatore per l’ideologia fascista, ma su questo punto i comunicati diffusi dall’Acs smentivano che tale visione fosse riscontrabile negli scritti di van Straaten, il quale, si spiegava, si era sempre opposto a ogni tipo di dittatura.

I legami con l’Opera di Gesù Sommo Sacerdote

L’organizzazione è guidata oggi da due presidenti: il laico Thomas Heine-Geldern, austriaco, ne è il presidente esecutivo, e il card. Mauro Piacenza ricopre invece l’incarico di presidente internazionale; Piacenza, noto per le sue posizioni ultraconservatrici, è anche Penitenziere maggiore in Vaticano. C’è poi p. Martin Barta, che è l’assistente ecclesiastico internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre e fa parte della Famiglia di Maria-Opera di Gesù Sommo Sacerdote (vedi notizia precedente). Alla stessa congregazione – commissariata dal Vaticano – appartiene anche l’assistente ecclesiastico per la sezione italiana dell’Acs, il religioso colombiano padre Martino Serrano.

Tanti soldi

Va detto che, nonostante gli incidenti di percorso, Aiuto alla Chiesa che soffre rimane una macchina da guerra in fatto di raccolta fondi. «Durante il 2021, l'opera internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) – si legge in un comunicato dell’organizzazione – ha ricevuto più di 133 milioni di euro in donazioni per sostenere i cristiani perseguitati e in difficoltà in tutto il mondo». «Grazie a queste donazioni – si spiega ancora – Acs ha potuto realizzare 5.298 progetti in 132 Paesi del mondo, dove la Chiesa soffre di persecuzioni o di estrema povertà. Gli effetti devastanti della pandemia in molti Paesi in via di sviluppo hanno richiesto una risposta forte e rapida da parte della fondazione pontificia, con progetti legati al Covid-19 che rappresentano 9,7 milioni di euro dal budget 2021». Quindi si precisa come: «In termini di distribuzione geografica, spicca l'Africa, che ha ricevuto il 30,7% degli aiuti ai progetti. La situazione è particolarmente drammatica dove si sta diffondendo il terrore islamico e dove i cristiani vengono perseguitati ed espulsi, come in Mozambico, Burkina Faso e Nigeria. Al secondo posto Asia e Oceania (22,3%) con massicci aiuti in India, particolarmente colpita dal virus». «In Medio Oriente (16,9%), Acs ha continuato il suo impegno, soprattutto in Libano, Siria e Iraq, dove l'opera ha investito in progetti volti ad aiutare i cristiani a rimanere nelle loro terre ancestrali nonostante persecuzioni, guerre e crisi economiche».

Il ruolo di Mantovano

A cosa servono tanti soldi?: «In accordo con la missione pastorale di Acs, il finanziamento comprende la formazione di sacerdoti e religiosi, mezzi di trasporto, nonché la costruzione e il restauro di chiese. Nel 2021, Acs ha sostenuto l'acquisizione di 1.338 veicoli e ha contribuito alla costruzione di 307 chiese, 157 monasteri e noviziati, 295 centri pastorali e 52 seminari». Non solo: «Un altro importante mezzo di sostegno è la distribuzione di aiuti finanziari ai sacerdoti che servono comunità prive di risorse. Sono stati supportati un totale di 52.879 sacerdoti, ovvero circa 1 sacerdote su 8 in tutto il mondo. Nel 2021 Acs ha anche finanziato la formazione di 13.381 seminaristi». Insomma, una sorta di piano Marshall permanente in favore delle chiese locali più povere e perseguitate all’insegna di un cattolicesimo identitario e fortemente ideologico. Anche in Italia, infine, la raccolta fondi va bene: «Nel corso del 2021, 16.024 benefattori italiani hanno donato 5.643.858,24 euro (donazioni comprensive di eredità e al netto del contributo del 5x1000). Nonostante le incertezze anche finanziarie causate dalla perdurante pandemia, la comunità dei donatori ha pertanto offerto l’11,2% in più rispetto al 2020». Nel frattempo, al vertice di Acs Italia c’è stato un importante cambiamento: il presidente Alfredo Mantovano, esponente della destra politica e cattolica, appena insediatosi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, «ha rassegnato le dimissioni da presidente della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che Soffre. La fondazione pontificia rivolge al sottosegretario Mantovano auguri di proficuo lavoro per il suo nuovo incarico istituzionale».

La “concorrenza” con il Vaticano

La cifra record di 133 milioni raccolti dall’organizzazione, senza contare i legami con l’Opera di Gesù Sommo Sacerdote, hanno cominciato a destare più di un allarme Oltretevere, anche perché almeno in qualche caso l’attività dell’Acs sembra confliggere con quella delle Pontificie opere missionarie (Pom, che fanno capo al Dicastero per l’evangelizzazione), il cui scopo è appunto di sostenere le Chiese più giovani e a corto di risorse in Africa e Asia (che spesso coincidono, anche se non sempre, con i territori in cui i cristiani sono a rischio persecuzione). Sta di fatto che le Pom, organismo vaticano, nel 2018 hanno raccolto 133 milioni, nel 2021 la cifra è scesa a 110 milioni, anche a causa della pandemia. Infatti la raccolta fondi delle Pom in favore delle Chiese di frontiera si svolge essenzialmente nel mese di ottobre (l’ottobre missionario), e in particolare nella terz’ultima domenica del mese. È un fatto che i fedeli a causa del covid hanno frequentato molto meno le funzioni religiose, anche se ora si assiste a una lenta ripresa. In tutto, in Italia, la Fondazione Missio, il ramo italiano delle Pom, raccoglie fra i 5 e i 6 milioni di euro l’anno, comprese le risorse provenienti da circa 10 mila benefattori che “adottano” un seminarista per fargli seguire il corso di studi. Alla Fondazione Missio lamentano uno scarso coordinamento, un’assenza di comunicazione e a volte un’invasione di campo di altre istituzioni come l’Acs. Fra le altre cose c’è un accordo in base al quale gli altri istituti religiosi interrompono ogni raccolta fondi durante il mese di ottobre proprio per aiutare quella promossa dalle Pom per le Chiese del terzo mondo, una regola che evidentemente non è seguita da tutti. Senza contare che la Chiesa italiana ogni anno celebra il 24 marzo – anniversario della morte di mons. Oscar Romero – la giornata dei missionari martiri, ed è avvenuto, in qualche diocesi, che l’Acs abbia cercato di utilizzare «il nostro materiale per promuovere i loro progetti. Facciamo fatica ad avere un contatto e una forma di collaborazione, a volte abbiamo anche sofferto qualche invasione di campo» «Ecco – spiegano alla Fondazione Missio – non è una questione di mercato, non andiamo a rubarci i benefattori, a vedere chi riesce ad ottenerne di più o chi riesce ad ottenere più donazioni, non andiamo a cercare di rubarci la clientela; stiamo cercando di far crescere la Chiesa nella sua coscienza di essere una Chiesa universale. Chi vive con una famiglia si deve preoccupare dei fratelli più piccoli. Il rischio è che invece prevalga la voglia di crescere solo attraverso l’efficientismo». «In ogni caso – precisano – lo spirito del Pontificie opere è sostenere le giovani Chiese nei loro primi passi a crescere e a diventare Chiese locali a tutti gli effetti; chiese locali cioè vuol dire che hanno capacità di stare in piedi anche e con i propri mezzi».

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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