Nessun articolo nel carrello

I card. Grech e Hollerich: ”Nessuna illusione, al sinodo si parlerà solo di sinodalità”

I card. Grech e Hollerich: ”Nessuna illusione, al sinodo si parlerà solo di sinodalità”

Tratto da: Adista Notizie n° 5 del 11/02/2023

41356 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Al Sinodo dei vescovi si parli solo di sinodalità e non di altri temi che taluni – comprese alcune Conferenze episcopali – vorrebbero introdurre «surrettiziamente». È severo l’altolà che il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, e il card. Jean Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo e relatore generale del Sinodo, hanno rivolto a tutti i vescovi del mondo (perché «nelle vostre Chiese particolari siete principio e fondamento di unità del Popolo santo di Dio») alla vigilia delle assemblee continentali del processo sinodale universale. Evidentemente in Vaticano si teme che il Sinodo possa oltrepassare i confini prestabiliti, quindi è meglio puntellarli.

Temi sensibili

È vero che il Documento di lavoro per la tappa continentale (Dtc) contiene una serie di temi “sensibili” per la vita della Chiesa, dagli abusi al clericalismo, dalle carenze affettive del clero agli «esiliati» dalla Chiesa (v. Adista Notizie n. 38/22). Ma è anche vero che alcune questioni, fortemente presenti nel dibattito interno di diverse Chiese nazionali – come per esempio quella tedesca, ma non solo – non ci sono: dall’ordinazione dei viri probati (laici sposati), al ruolo delle donne, alle coppie omosessuali.

Ed è a queste Chiese e a questi temi che Grech e Hollerich sembrano riferirsi nella loro lettera, pur senza nominare né le une né gli altri. «Vi sono infatti alcuni che presumono di sapere già ora quali saranno le conclusioni dell’Assemblea sinodale – scrivono i due cardinali –. Altri vorrebbero imporre al Sinodo un’agenda, con l’intento di orientare la discussione e condizionarne i risultati. Tuttavia il tema che il papa ha assegnato alla XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi è chiaro: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. Questo è dunque l’unico tema che siamo chiamati ad approfondire in ognuna delle fasi del processo. Le aspettative nei confronti del Sinodo 2021-2024 sono molte e diverse, ma non è compito della Assemblea affrontare tutte le questioni attorno a cui nella Chiesa si dibatte. Chi pretende di imporre al Sinodo un qualche tema dimentica la logica che regola il processo sinodale: siamo chiamati a tracciare una “rotta comune” a partire dal contributo di tutti», aggiungono Grech e Hollerich. Ed è «proprio in forza del legame tra le diverse fasi» che «non si possono introdurre surrettiziamente altri temi, strumentalizzando l’Assemblea e disconoscendo la consultazione del Popolo di Dio».

Nella prima fase del processo sinodale – quella appunto dedicata alla «consultazione del Popolo di Dio» – le maglie si sono un po’ allargate e si è parlato di tante cose, anche di quello di cui non si doveva parlare. Poi però le Conferenze episcopali e i Consigli delle Chiese hanno operato delle sintesi che hanno ricondotto il dibattito nei limiti del consentito. Cioè, detto fuori dall’ecclesialese, hanno un po’ censurato il confronto, smussando gli angoli più appuntiti. «Che nella prima fase di ascolto i confini del tema non siano stati così definiti si può capire, anche per la novità del metodo e per la fatica a comprendere e riconoscere che l’intero “Popolo santo di Dio partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo” (Lumen Gentium, 12)», scrivono il segretario e il relatore generali del Sinodo. «Ma questa incertezza è diminuita nei passi successivi. Lo dimostra il tenore delle sintesi inviate dai Sinodi/Consigli delle Chiese sui iuris e dalle Conferenze episcopali alla Segreteria del Sinodo, frutto del discernimento dei pastori sui contributi della consultazione del Popolo di Dio. A partire da queste sintesi è stato redatto il Documento di lavoro per la tappa continentale, nel quale risuona con chiarezza la voce delle Chiese particolari».

Normalizzazione del Sinodo

Il processo sinodale quindi, dopo questa opera di normalizzazione, ha raggiunto «un livello di maggiore consapevolezza». Tuttavia il percorso non è concluso. Infatti, scrivono Grech e Hollerich, «i temi che il Dtc propone non costituiscono l’agenda della prossima Assemblea del Sinodo dei vescovi, ma restituiscono con fedeltà quanto emerge dalle sintesi inviate dai Sinodi/Consigli delle Chiese sui iuris e dalle Conferenze episcopali, lasciando intravedere il volto di una Chiesa che sta imparando a porsi in ascolto dello Spirito attraverso l’ascolto gli uni degli altri. Sarà compito delle Assemblee continentali, sulla base delle risonanze che la lettura del Dtc avrà suscitato in ciascuna Chiesa particolare, identificare quali sono le priorità, i temi ricorrenti e gli appelli all’azione che possono essere condivisi con le altre Chiese locali nel mondo e discussi durante la prima sessione dell’Assemblea sinodale nell’ottobre 2023».

Dobbiamo imparare «a sentire cum Ecclesia, nella fedeltà alla Parola di Dio e alla tradizione», puntualizzano i due cardinali. «D’altra parte, come potremmo affrontare questioni puntuali, spesso divisive, senza prima aver risposto alla grande questione che interroga la Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II: “Chiesa, cosa dici di te stessa?”». Si tratta allora di «proseguire per questa via, non scambiando la sinodalità per un metodo soltanto, ma assumendola come forma della Chiesa e stile dell’adempimento della comune missione di evangelizzazione», concludono i due cardinali. «La tappa continentale potrà aiutarci a comprendere questa visione se, come Collegio dei vescovi, saremo uniti nel cercare le vie che aiutano la Chiesa ad essere “sacramento dell’unità, cioè Popolo santo radunato e ordinato sotto la guida dei Vescovi” (Sacrosantum Concilium, 26)». Si vedrà ora cosa accadrà nella assemblee continentali (quella europea è in programma a Praga dal 5 al 12 febbraio), in attesa dell’Assemblea generale del prossimo ottobre.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.