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Un affettuoso saluto

Un affettuoso saluto

Tratto da: Adista Documenti n° 27 del 29/07/2023

Qui l'introduzione di questo testo. 

È con affetto, commozione e gratitudine che Noi siamo Chiesa saluta Luigi Bettazzi nel suo passaggio alla vita piena in Dio. Negli ultimi 60 anni il vescovo Bettazzi è stato protagonista di primissimo piano della vicenda sociale ed ecclesiale del nostro paese e punto di riferimento episcopale del cattolicesimo progressista italiano. Costante interprete dello spirito del Concilio Vaticano II espresso nel “Patto delle Catacombe” di fronte alla sfide del nostro tempo, egli è stato instancabile promotore della trasformazione della società in termini di giustizia e nonviolenza e del rinnovamento della Chiesa nel segno del riconoscimento della dignità degli esclusi di ogni tipo.

A fianco degli operai del territorio eporediese che difendevano il posto di lavoro, in mezzo ai pacifisti che lottavano contro l’installazione dei missili in Sicilia o per rompere l’assedio di Sarajevo, mescolato ai poveri del Sud del mondo che si impegnavano per la propria liberazione, don Luigi si è sempre schierato dalla parte degli ultimi, intavolando su questa base anche un memorabile carteggio con l’allora segretario del Partito comunista italiano, Enrico Berlinguer, su marxismo, ateismo, materialismo e laicità dello Stato, e poco tempo dopo offrendosi, insieme ai confratelli Alberto Ablondi e Clemente Riva, come ostaggio alle Brigate Rosse in cambio del rilascio di Aldo Moro, gesto da cui fu “dissuaso” da ambienti vaticani all’insegna del “è meglio che uno muoia per salvare tutti”. E nella Chiesa italiana è stato sempre testimone di libertà e apertura, manifestando spesso simpatia per le istanze del cosiddetto “dissenso” e prendendo più volte posizioni pubbliche in controtendenza rispetto alla linea conservatrice prevalente nell’episcopato, per esempio esprimendosi a favore del clero uxorato, dell’ospitalità eucaristica di persone di altre confessioni e del riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Tutto ciò gli è valsa una sostanziale emarginazione nella Conferenza episcopale italiana, cui è però corrisposta una grande proiezione internazionale, per esempio con la guida della missione di Pax Christi per i diritti umani in America centrale nel 1981.

Bettazzi è stato, infine, uno dei pochissimi vescovi (insieme al coetaneo Giuseppe Casale, anch’egli tornato alla casa del Padre pochi mesi fa) a mantenere sempre aperto il dialogo con Noi siamo Chiesa, anche quando l’ostracismo delle autorità ecclesiastiche nei nostri confronti era quasi totale.

Così accettò di scrivere la prefazione al nostro volumetto Il posto dell’altro. Le persone omosessuali nelle Chiese cristiane, cui fece seguito la sua postfazione a Né Eva nemmeno Maria. L’ordinazione sacerdotale delle donne nella Chiesa cattolica.

Con la sua testimonianza ecclesiale di libertà, speranza e coraggio il vescovo Bettazzi ha contribuito a non far perdere a molti la fiducia nella Chiesa, in una Chiesa nella quale ricerca, creatività, responsabilità e sguardo positivo verso il futuro non siano visti con diffidenza e l’appartenenza ecclesiale sia fonte di gioiosa energia.

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