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Incontro dedicato alle religiose della Comunità Loyola

Incontro dedicato alle religiose della Comunità Loyola

Tratto da: Adista Documenti n° 42 del 09/12/2023

Qui l'introduzione a questo testo. 

Il laboratorio Re-in-surrezione da alcuni anni si occupa di abusi sulle religiose da parte del clero cattolico; è formato da persone (uomini e donne, ma più donne che uomini) che appartengono ad associazioni (OIVD; DPC), alla redazione di Adista, ma anche da persone singole, vittime di abusi o che hanno a cuore il denunciare o svelare situazioni di manipolazione all’interno dell’istituzione ecclesiastica.

Questo incontro è dedicato alle religiose della Comunità Loyola abusate dall’ex gesuita Marko Rupnik; il titolo, “Ascoltare il silenzio”, vuole essere una risposta al “grido afono” dell’accorata lettera inviata al papa e a 3 cardinali il 19 settembre scorso da cinque ex religiose della comunità, subito dopo l’incontro fra il pontefice e Maria Campatelli, attuale presidente del centro Aletti fondato da Rupnik (il pontefice non ha mai voluto ricevere le religiose abusate che a lui si sono rivolte). In un passo della lettera si dice: «Non abbiamo altre parole perché tutta la sofferenza delle vittime l’abbiamo esposta come una ferita aperta e certo disgustosa. E le vittime sono perciò censurate per non essere state discrete, per avere esposto qualcosa di ripugnante: il loro dolore, la manipolazione di chi le ha circuite in nome di Cristo, dell’amore spirituale della Trinità. Hanno esposto il loro dolore perché la manipolazione e gli abusi ne hanno ferito per sempre la dignità». E ancora alla fine: «Le vittime sono lasciate nel grido afono di un nuovo abuso». Un grido che seppure afono diventa assordante quando si apprende dalla stampa che Rupnik, scomunicato dal Dicastero della Dottrina della Fede per assoluzione del complice in confessione (scomunica subito rimossa) ed espulso dall’Ordine dei gesuiti per disobbedienza ai loro provvedimenti restrittivi, viene accolto dal vescovo di Capodistria nella sua diocesi perché nessuna condanna pesa su di lui: scomunica revocata e abusi prescritti. Potrà amministrare i sacramenti, continuare la direzione spirituale… e la sua attività di mosaicista. Ma in questa vicenda non mancano i colpi di scena, fra ambiguità e contraddizioni: la Santa Sede il 27 ottobre annuncia la deroga della prescrizione da parte del papa e quindi la possibilità che Rupnik venga sottoposto a processo canonico.

Non sappiamo se porre fiducia in questo schizofrenico balletto di provvedimenti: vogliamo pensare che sia stato quel grido afono a smuovere qualcosa nell’orizzonte di una possibilità di giustizia e riparazione, per questo continueremo con l’incontro di oggi a denunciare e a stare all’erta.

Denunciare cercando di indagare soprattutto la complessità che la violenza di un abuso (di potere, spirituale, sessuale: quello sulle religiose della Comunità Loyola è paradigmatico in questo senso) dispiega investendo varie dimensioni: il contesto ecclesiale, la manipolazione socio-psicologica, la tutela giuridica per la dignità e i diritti umani della persona e l’elaborazione culturale che radica l’abuso nella misoginia e nel sessismo dell’istituzione; è questa complessità che, se non messa in giusta luce, spesso impedisce di risalire alle responsabilità originarie, o finisce per rivolgerle verso le stesse vittime, specie se queste sono donne adulte.

Riteniamo che questo taglio favorisca la comprensione profonda delle dinamiche spesso oscure (o celate dalla stessa istituzione) che accompagnano questi crimini.

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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