
Più forte ti scriverò. Caro dottor Pereira...
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 27 del 20/07/2024
Caro dottor Pereira,
non so se si ricorda di me, le ho scritto almeno altre due volte. Stavolta l’interrogativo che le pongo sarà di tipo teologico. Non si preoccupi, intendo una teologia del quotidiano, quella che riguarda tutti. Anche se capisco che dire teologia, per i più, significhi fare discorsi “fuori dal mondo”.
Come vede, scrivo anch’io per un giornale. Scrivo lettere a persone per lo più morte. E lei può ben capire, impegnato com’era presso il Lisboa a preparare “coccodrilli” per lutti letterari. Qui mi si pone un primo problema: se lei dottor Pereira sia vivo o morto. Se appartenesse totalmente a questa sfera del tempo e dello spazio, sarebbe certamente morto. Ma lei appartiene invece, Pereira, alla Letteratura. Per cui non mi resta che considerarla vivo, dal momento che aprendo il libro di Tabucchi, lei appare esattamente con il suo corpo, oltre che con la sua anima. Il suo pungolo, Pereira, era l’articolo del Credo circa la “risurrezione della carne”.Un pungolo che oggi i più riterrebbero una grave patologia. Ma lei non voleva saperne di andare all’altro mondo trascinandosi il suo corpo obeso e cardiopatico. E non si può dire che questa sua fissazione non avesse un fondo di ragionevolezza. Così lei vorrebbe andarci soltanto con l’anima, all’altro mondo, vero Pereira?
Di questa storia di corpo e anima si era occupato uno dei primi Concilii, quello di Calcedonia, nel 451, che proclama «Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità, vero Dio e vero uomo, (composto) di anima razionale e di corpo, consustanziale (omoousios) al Padre per la divinità, consustanziale a noi per l'umanità». Non so se del Concilio di Calcedonia lei avesse parlato nei suoi periodici confronti con don Antonio. E non vorrei essere io a inquietarla di nuovo. Però io, Pereira, non vorrei andarci solo con l’anima, all’altro mondo. Perché non so pensarmi se non con questo corpo, per stare in relazione con il mondo. Mi sono domandato perché Pereira avesse sempre parlato con quella fotografia di sua moglie dentro una cornice d’argento. Non avrebbe potuto parlare semplicemente con la sua anima? Ma come potrebbe pensarla senza i suoi occhi, e quel taglio perfetto della bocca? Perché, Pereira, noi non abbiamo amato senza un corpo. Ecco perché la cosa più astrusa come la “risurrezione della carne” diventa invece la cosa più necessaria per pensare il mondo di qui e quello che verrà.
Lei, nel romanzo che la vede protagonista, finirà per risorgere nella carne già in questo mondo. Ricorda, all’inizio si domandava se non fosse già morto: «Da quando era scomparsa sua moglie lui viveva come fosse già morto». Questo la dice lunga sulla “carne”, Pereira. Che noi siamo relazione. E se ci manca la relazione, ovvero gli occhi o quel taglio perfetto della bocca di lei o di lui, ci sentiamo morire. Per questo l’incontro con il giovane Monteiro Rossi, impegnato nella Resistenza e «innamorato di Marta» ha risuscitato la sua “carne” anche in questo mondo, Pereira. Lei, con le sue fissazioni e le sue paure, non ha proprio nulla dell’eroe. Non era destinato a essere eterno nella Letteratura, se il nostro Antonio Tabucchi non l’avesse ripescata nella sua grigia redazione del Lisboa. Ma è perché lei è risorto nella sua carne, che il suo messaggio arriva ancora a noi. Faccio un sogno ricorrente :su un ponte in mezzo alla nebbia incontro mio padre (proprio prima di morire gli regali il suo Sostiene Pereira e ne fu felice); lo riconosco nel suo cappotto di lana, e senza dire niente ci abbracciamo. Ogni volta sento un “mal d’amore” nelle spalle tanto è forte quella stretta tra noi. Credo, amico mio, che questa sia “la vera natura di Dio”.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!