
Come si distrugge un Paese: a vincere è sempre il partito del cemento
Tratto da: Adista Documenti n° 45 del 28/12/2024
DOC-3351. ROMA-ADISTA. Anno dopo anno, senza mai fermarsi, il cemento avanza e inghiotte nuovi tratti del paesaggio italiano. Lo conferma anche l’edizione 2024 del Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, presentata lo scorso 3 dicembre, da cui emerge come in Italia, ogni secondo, spariscano ancora 2,3 metri di suolo. E benché il dato sia leggermente migliore rispetto ai 2,4 metri dell’anno precedente, cemento e asfalto avanzano comunque al ritmo impressionante di circa 20 ettari al giorno, sopra la media decennale, ricoprendo nuovi 72,5 chilometri quadrati: una superficie pari a quella occupata da tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze.
Uno scempio dinanzi al quale non è dato cogliere alcun segnale di cambiamento, come evidenzia la risposta della classe politica alle inchieste aperte dalla magistratura milanese su numerosi cantieri autorizzati – come hanno scritto Maurizio Acerbo e Paolo Verdini su il manifesto del 5 dicembre – «sulla base di un’interpretazione fantasiosa e disinvolta delle leggi», grazie a cui, per esempio, al posto di capannoni alti quattro metri sono stati costruiti palazzi di otto piani.
In difesa dei proprietari fondiari e dei costruttori, una maggioranza trasversale, centro-destra e Pd, ha pensato bene, allora, di approvare alla Camera la legge “Salva Milano”, in base alla quale, con una semplice comunicazione agli uffici comunali, si potranno demolire e ricostruire nuovi edifici anche alterando i confini e le altezze esistenti. Una nuova vittoria del partito del cemento. In questo quadro, un grido «sempre più accorato» è venuto dal Forum nazionale Salviamo il Paesaggio: «Arrestiamo, e non solo limitiamo, il consumo di suolo e sosteniamo anche finanziariamente il riuso di tutto l’ampio stock edilizio esistente ma inutilizzato, con l’ausilio di una concreta ed efficace legge statale, che purtroppo continua a non comparire nell’agenda delle commissioni parlamentari».
Da che parte stia il governo, però, lo ha ribadito il 3 dicembre Giorgia Meloni con estrema chiarezza: «Il governo italiano lavorerà per fare in modo che la transizione ecologica torni a camminare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale, semplicemente perché non possiamo inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica. Banalmente, in un deserto non c’è niente di verde. Alcune scelte europee degli ultimi anni hanno pagato un prezzo troppo alto all’ideologia e hanno di fatto chiuso la porta alle ragioni di chi fa impresa. Dobbiamo garantire un quadro regolatorio certo, evitando però rigidità eccessive che danneggiano chi fa impresa e crea occupazione».
Di seguito il comunicato del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), costituito da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dalle agenzie ambientali regionali e delle province autonome, e il commento di Paolo Pileri sulla Salva Milano, uscito su Altreconomia il 25 Novembre e rilanciato due giorni più tardi sul sito di Salviamo il Paesaggio.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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