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La Cei boccia il piano di riarmo europeo. Ma tace sul sinodo

La Cei boccia il piano di riarmo europeo. Ma tace sul sinodo

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 22/03/2025

42180 ROMA-ADISTA. «Se vuoi la pace prepara la pace. È questo il vero investimento di cui oggi abbiamo bisogno». Aprendo con queste parole i lavori del Consiglio episcopale permanente (10-12 marzo), il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi ha bocciato – senza nominarlo – il piano “Rearm Europe” da 800 miliardi, approvato 12 marzo dal Parlamento europeo con un voto a maggioranza (419 sì, 204 no) che ha spaccato le coalizioni e i partiti, soprattutto quelli italiani.

L’Europa «ha bisogno di recuperare i suoi valori fondativi (pace, libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale) facendo risuonare la propria voce di pace», hanno affermato in coro i vescovi nel comunicato finale dell’esecutivo della Cei. «In un momento storico in cui si insiste sui temi della sicurezza e della difesa, è fondamentale che tali preoccupazioni non diventino tamburi di guerra», hanno proseguito, sottolineando «l’urgenza che gli investimenti pubblici siano indirizzati primariamente a sostenere le persone bisognose, le famiglie povere, le fasce sociali più deboli, ad assicurare a tutti adeguati servizi educativi e sanitari, a contrastare il cambiamento climatico».

A essere rilanciati sono anche i tre impegni sociali per il Giubileo, richiamati anche da papa Francesco nella bolla di indizione dell’Anno santo: cancellazione del debito estero ai Paesi impoveriti, eliminazione della pena di morte, creazione di un fondo mondiale contro la fame usando il denaro speso per le armi. In particolare l’ultimo: «La guerra, che orienta le risorse all’acquisto di armi e allo sforzo militare, distogliendole dalle funzioni vitali di una società, quali il sostegno alle famiglie, alla sanità e all’istruzione, è contraria alla ragione, secondo l’insegnamento di san Giovanni XXIII», hanno ricordato i vescovi, che hanno denunciato l’incremento della «retorica bellicistica» e appunto riproposto l’appello del pontefice a «ridurre le spese militari, destinando “almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”». La guerra, hanno concluso, «spesso alimentata da nazionalismi antiumani, che è tornata a insanguinare l’Europa e che segna l’esistenza di tanti popoli, richiede decise iniziative politiche e diplomatiche per la pace. La Chiesa italiana, da parte sua, continuerà a sostenere lo slancio umanitario verso le vittime dei conflitti».

Il Cammino sinodale della Chiesa in Italia è stato l’altro argomento affrontato dal Consiglio episcopale, a poco più di due settimane dalla seconda Assemblea sinodale che, a Roma dal 31 marzo al 3 aprile, si confronterà sulle proposte emerse nel percorso di questi anni (chissà se verranno prese in esame anche quelle formulate dalla Rete Sinodale di associazioni, gruppi e comunità di base che si è riunita ad Assisi a febbraio, v. Adista Notizie n. 9/25) e sintetizzate in tre macroaree: rinnovamento missionario della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali; formazione missionaria dei battezzati alla fede e alla vita; corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità. «Le proposte – viene spiegato nel comunicato finale –, che verranno portate sotto forma di Proposizioni all’Assemblea sinodale per la necessaria approvazione, saranno poi consegnate ai vescovi perché possano indicare gli orientamenti per le scelte da compiere innanzitutto nelle Chiese locali, ma anche negli organi e nei servizi della Cei, proprio per sostenere e coordinare la conversione sinodale e missionaria delle diverse realtà ecclesiali in Italia». Un processo che però, in evidente contraddizione con la trasparenza che dovrebbe caratterizzare un autentico cammino sinodale, resta ancora avvolto nel segreto. Se ne saprà qualcosa il mese prossimo, al termine dell’assemblea che si concluderà il 3 aprile. Forse. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

 

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