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Balzo in avanti dell’export di armi italiane: sesti nel mondo

Balzo in avanti dell’export di armi italiane: sesti nel mondo

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 22/03/2025

42181 STOCCOLMA-ADISTA. Balzo in avanti dell’industria armiera italiana che nel quinquennio 2020-2024 ha incrementato l’export del 138% scalando così la classifica degli esportatori mondiali di armi pesanti e piazzandosi al sesto posto (prima era al decimo), con un volume di vendite pari al 4,8% su scala globale. È quello che emerge dai nuovi dati sui trasferimenti internazionali di armi resi noti nei giorni scorsi dall’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri).

Saldamente al comando ci sono sempre gli Usa (+21%), la cui quota di esportazioni globali è del 43%: quasi la metà delle armi nel mondo, cioè, sono prodotte negli Usa. Il Paese che compra più armi da Washington è l’Arabia Saudita (12%), il continente è l’Europa (35%), che per la prima volta supera il Medio Oriente (33%). «Gli Stati Uniti sono in una posizione unica quando si tratta di esportazioni di armi. Con il 43%, la loro quota di esportazioni globali di armi è più di quattro volte superiore a quella del secondo esportatore più grande, la Francia», spiega Mathew George, direttore del programma Sipri sui trasferimenti di armi.

La Francia, come detto, è diventata il secondo fornitore di armi al mondo nel periodo 2020-2024, con una quota globale del 9,6%: forse si spiega anche così l’ardore bellicista del presidente francese Emmanuel Macron. La Russia è scesa al terzo posto (-64% di vendite, quota globale del 7,8%), anche perché le armi più che venderle se le tiene, per utilizzarle nella guerra contro l’Ucraina. «La guerra contro l’Ucraina ha ulteriormente accelerato il calo delle esportazioni di armi russe perché sul campo di battaglia sono necessarie più armi, le sanzioni commerciali rendono più difficile per la Russia produrre e vendere le sue armi e gli Stati Uniti e i loro alleati fanno pressione sugli Stati affinché non acquistino armi russe», spiega Pieter Wezeman, ricercatore senior del programma Sipri sui trasferimenti di armi. La Cina è stata il quarto esportatore di armi, con il 5,9% delle esportazioni globali: nonostante gli sforzi di Pechino per incrementare l’export, molti grandi importatori non acquistano armi cinesi per motivi politici.

Il Paese che nel periodo 2020-2024 ha comprato più armi al mondo è stata ovviamente l’Ucraina, con una crescita delle importazioni di quasi 100 volte rispetto al periodo 2015-19 e una quota globale dell’8,8%. Almeno 35 Stati hanno inviato armi all’Ucraina dopo l’invasione della Russia nel 2022 (il 45% è arrivato dagli Usa, seguiti da 12% della Germania e dall’11% della Polonia), e sono in programma ulteriori consegne, a meno che Putin e Zelensky non decidano di porre fine alla guerra. Ma a riarmarsi è anche l’Europa: nel periodo 2020-2024 le importazioni di armi sono cresciute complessivamente del 155%. E con il piano “ReArm Europa” proposto dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e approvato dal Parlamento europeo la quota è destinata ad aumentare ancora di più. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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