FAVOREVOLE AL CELIBATO OPZIONALE UN PRETE SPAGNOLO SU DUE. I RISULTATI DI UN SONDAGGIO
Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 12/05/2007
33869. MADRID‑ADISTA. Più della metà dei preti spagnoli vorrebbe il celibato opzionale, e quattro su dieci sono a favore del sacerdozio femminile. Sono i dati più sorprendenti di un sondaggio realizzato in Spagna dall'agenzia "Merkastar y Taiss Investigación" per conto del prestigioso mensile cattolico 21RS, della Congregazione del Sacro Cuore. Il sondaggio, effettuato nella prima metà dello scorso febbraio, è stato condotto tramite interviste a 751 sacerdoti diocesani di tutte le diocesi spagnole, rispettando un criterio di proporzionalità in funzione del numero di sacerdoti attivi in ogni Autonomia.Le risposte, che sono state analizzate ed elaborate da Luis Fernando Vílchez Martín, docente all'Università Complutense di Madrid, e pubblicate sul numero di aprile della rivista, fanno luce su un mondo poco noto, visto che l'ultimo sondaggio sul clero attivo in Spagna risale al 1969. Un mondo che appare spaccato sui temi più scottanti, come, appunto, il sacerdozio delle donne (auspicato dal 41,3%) e la non obbligatorietà del celibato (voluta dal 52,7%), che, in quanto "carisma", è "una norma non imposta da Gesù". Sorprendente anche il dato relativo alla vita spirituale: se la quasi totalità (96,7%) fa riferimento alla preghiera e alla meditazione, due su tre leggono la Bibbia e solo il 6,7% i documenti del magistero. Per due su tre, il Concilio Vaticano II rappresenta un grande avvenimento ecclesiale pur essendo "una realtà che non è riuscita a radicarsi nella Chiesa", in particolare perché "è stato frenato dall'interno dopo i primi anni". Per quanto riguarda la Chiesa di oggi, un prete su tre è convinto che il pontificato di Benedetto XVI riserverà "qualche sorpresa positiva", mentre uno su cinque ritiene che non accadrà nulla di significativo; ci sarà forse un progresso dal punto di vista ecumenico per il 24,2%.Interessanti i dati relativi all'ambito politico: se il 63% ha sottolineato con chiarezza la necessità che la Chiesa sia finanziariamente sganciata dallo Stato "per essere più libera", un certo palpabile disagio si è avvertito nelle risposte sulla personale posizione politica: più di un terzo dei sacerdoti ha preferito non rispondere a questa domanda (38,4%); c'è confusione, ha spiegato il prof. Vílchez, tra "il non mettersi in politica e il non aver opinione politica o il non manifestarla". Il resto dei preti è diviso (con uno scarso margine di vantaggio) tra centrodestra‑destra (31,1%) e centrosinistra‑sinistra (28,5%). A fronte di ciò, quasi un prete su due definisce José Luís Rodríguez Zapatero "anticlericale e laicista", mentre uno su quattro non vede nel suo operato differenze di rilievo rispetto agli altri governi democratici. Per l'8,5% tratta "correttamente" la Chiesa, per il 5% addirittura "con rispetto e generosità". A livello personale, i sacerdoti intervistati appaiono come uomini equilibrati e appagati nella propria missione ed esprimono indici di soddisfazione che non compaiono in altre professioni: la metà dà un "10" come grado di realizzazione personale, quasi nessuno scende sotto il "7". Tre su quattro sentono di "esercitare una vocazione che vale la pena vivere e della quale sono convinti": per il bene che possono fare a molta gente (63,9%), o per l'impegno verso i più bisognosi (63,9%). Insomma: nella quasi totalità (96,8%) rifarebbero la loro scelta. Non è tutto oro quel che luccica, però: a fronte della realizzazione personale, vi sono le difficili condizioni in cui i sacerdoti vivono. Uno su tre avverte intensamente il peso della solitudine, ma anche della mancanza di affetti, di una salute malferma, del fatto di non avere figli e nemmeno una vita sessuale (6,5%).
La variabile che, secondo l'analisi di Vilchez, sposta significativamente i dati ottenuti è l'età. Sorprendentemente, i preti più giovani sono quelli più conservatori e spiritualisti, meno impegnati nel sociale, meno legati al Concilio, meno propensi ad uno sganciamento della Chiesa dallo Stato, al celibato opzionale, al sacerdozio femminile, e sono coloro che hanno espresso più chiaramente il proprio senso di solitudine affettiva. Quelli di età più avanzata sono invece i più progressisti, impegnati con i poveri, convinti che il Vaticano II sia stato una grande speranza frustrata, promotori dell'autonomia finanziaria della Chiesa, del sacerdozio femminile e del celibato opzionale; leggono di più, vestono "in abiti civili" e sono di centro‑sinistra. (ludovica eugenio)
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