DOCUMENTO DI APARECIDA: MENO GIALLO, ANCORA OMBRE
Tratto da: Adista Notizie n° 59 del 08/09/2007
34010. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Non è stata la presidenza uscente del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) ad operare le modifiche al documento finale della Conferenza di Aparecida, censurando in maniera particolarmente pesante i paragrafi relativi alle Comunità ecclesiali di base (v. Adista n. 58/07). Accusati da più parti di aver alterato il documento prima che questo fosse consegnato al papa l’11 giugno scorso, il cardinale cileno Francisco Javier Errázuriz Ossa e il vescovo argentino mons. Andrés Stanovnik, che hanno ricoperto la carica rispettivamente di presidente e segretario generale del Celam fino al rinnovo dei vertici dello scorso luglio, hanno voluto proclamare la propria innocenza, attribuendo la responsabilità delle modifiche al Vaticano (e confermando, così, quanto già sostenuto da Adista rispetto alla scarsa plausibilità dell’ipotesi che la presidenza del Celam avesse alterato il testo di propria iniziativa). Ma la vicenda rimane tutt’altro che chiara. In un comunicato del 27 agosto scorso, mons. Stanovnik ha dichiarato che il documento conclusivo approvato dall’assemblea della V Conferenza generale il 31 maggio era stato poi consegnato al Celam per la revisione finale, che, ha detto, è consistita nella correzione di refusi, di errori grammaticali, di ortografia e di punteggiatura e di errori nelle citazioni e in interventi diretti a migliorare lo stile e ad ordinare paragrafi fuori posto. Tutto ciò, ha aggiunto Stanovnik, "è stato realizzato in comunicazione permanente con la Santa Sede. Non ci sono state alterazioni di contenuto in nessuno dei paragrafi del documento". Terminata la revisione, il testo è stato consegnato al papa, che lo ha distribuito "ai diversi organismi della Santa Sede", i quali "hanno presentato proposte al Santo Padre su diversi paragrafi del documento". Cosicché, afferma, il documento di cui il papa ha autorizzato la pubblicazione "contiene le variazioni suggerite dai suoi consultori", che tuttavia, secondo il vescovo - e contrariamente all’opinione di altri vescovi, di teologi e soprattutto dei militanti delle Comunità ecclesiali di base -, non hanno "modificato sostanzialmente il testo approvato dall’Assemblea". In ogni caso, ha concluso, essendo la Conferenza un organismo non indipendente, ma in comunione "con Pietro e sotto Pietro", il papa "ha la facoltà di realizzare le variazioni che consideri convenienti ai testi prodotti dall’Assemblea. Sulla questione ha ripreso la parola anche il card. Errázuriz, in una nuova lettera al teologo argentino Eduardo de la Serna (che l’ha inviata al portale web Atrio il 27 agosto), a cui l’ex presidente del Celam aveva già risposto una prima volta (precisando che sarebbe stata l’ultima, v. ancora Adista n. 58/07). Al teologo - che gli aveva espressamente attribuito in un articolo la responsabilità diretta dei cambiamenti al testo - Errázuriz risponde in maniera durissima: "Lei ha affermato nel suo articolo che io avrei commesso l’ingiustizia di modificare il documento senza avere alcuna autorità per farlo, incolpandomi di un mostruoso inganno ai danni del santo Padre, del card. Giovanni Battista Re e del card. Gerardo Majella Agnelo" (questi ultimi due presidenti, insieme a Errázuriz, della Conferenza di Aparecida) e "accusandomi di una mostruosa manipolazione dei rapporti tra la Conferenza di Aparecida e il Santo Padre". Imputazioni, dice il cardinale, "assolutamente false": "La sua azione – prosegue – si definisce come gravissima diffamazione o grave calunnia. Con il che non sto affermando che lo abbia fatto con l’intenzione di danneggiare sapendo di dire qualcosa di falso". Ma, "comunque si definisca il grave danno da lei provocato, è suo dovere porvi rimedio. Più che il danno arrecatomi personalmente, lei ha minato la credibilità del Celam e della sua presidenza". Un punto però non è stato ancora chiarito dalla presidenza uscente: mentre mons. Stanovnik ha elencato in maniera dettagliata le modifiche formali apportate al testo dal Celam prima che venisse portato a Roma, il card. Errázuriz nega invece qualsiasi intervento sul documento da parte del Consiglio episcopale latinoamericano. "Ad oggi – scrive il cardinale cileno a de la Serna - supponevo che sarebbe stata rivista la punteggiatura, con alcuni cambiamenti in termini di punti e di virgole. Ho chiesto un rapporto all’incaricato delle pubblicazioni e neppure questo è avvenuto. Non è stata cambiata neppure una virgola. Questa è la verità. Qualunque persona che confronti uno dei testi portati a Roma con la versione finale del 31 maggio constaterà la verità di quanto scrivo". Ma al di là delle diverse versioni date da Errázuriz e Stanovnik riguardo alla revisione finale del Celam, non può non sorprendere il fatto che il cardinale cileno non abbia sentito il bisogno di chiarire subito quanto accaduto: avrebbe potuto farlo – e in maniera sicuramente più indolore – già nella sua prima risposta a de la Serna, in cui invece il cardinale aveva eluso la questione, soffermandosi su una valutazione – non richiesta – delle Comunità ecclesiali di base. "La cosa patetica – commenta de la Serna su Atrio – è che poi chiedano trasparenza ai politici". (claudia fanti)
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