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DI FRONTE AL DOLORE DEGLI UOMINI, ANCHE IL TEMPIO È SECONDARIO. IL SOGNO DI MONS. NOGARO DI UNA CHIESA DI FRONTIERA

Tratto da: Adista Documenti n° 5 del 17/01/2009

DOC-2081. CASERTA-ADISTA. Ha salutato la “sua gente” l’ultimo giorno del 2008 il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, che, proprio lo scorso 31 dicembre, ha compiuto 75 anni e ha quindi presentato, secondo la norma canonica introdotta da Paolo VI (che in base ad alcune indiscrezioni Benedetto XVI vorrebbe modificare con un ‘allungamento’ dell’età pensionabile), le sue dimissioni, dopo 26 anni di ministero episcopale, 18 dei quali trascorsi a Caserta, dove arrivò il 20 ottobre 1990.

Un commiato che, al di là delle tanto scontate quanto formali parole di circostanza, è stato salutato con grande sollievo dai politici locali e dai poteri forti – sia legali che illegali – della città, in questi anni più volte sferzati da un vescovo schierato sempre dalla parte degli ultimi e per nulla incline a compromessi buonisti dettati da ragioni di opportunità o di galateo istituzionale. Basti pensare, limitandosi solo agli ultimi anni, alle battaglie condotte da mons. Nogaro, insieme a molti casertani, per la restituzione ai cittadini del Macrico – una ex area militare di 33 ettari di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero da anni al centro di tentativi di speculazioni edilizie architettate da palazzinari ed enti locali (v. Adista nn. 9/01; 9, 11, 13, 15, 43, 51, 63, 73/07 e 65/08) – e contro l’apertura della nuova discarica illegale di “Lo Uttaro” (v. Adista nn. 31, 33, 37/07; 5 e 13/08) o alle parole forti del vescovo contro la discriminazione (v. Adista n.70/08), la camorra (v. Adista nn. 35 e 71/08) e la corruzione politica (v. Adista n.19/08).

Si aprono ora le ‘grandi manovre’ per la successione di mons. Nogaro, e per la Conferenza episcopale è un’occasione ghiotta per ‘normalizzare’ una diocesi che negli ultimi anni, soprattutto secondo i giudizi dell’ala ancora egemonizzata dal card. Camillo Ruini, è stata etichettata come ‘progressista’. E infatti i nomi che circolano per la successione – senza che peraltro abbiano avuto nessuna conferma né ufficiale né ufficiosa – sono, fra gli altri, quelli di alcuni vescovi ausiliari di Roma, a suo tempo scelti dal card. Ruini e ora, dopo l’arrivo, alla guida della diocesi del papa, del card. Agostino Vallini (v. Adista nn. 31, 47 e 53/08) dati come sicuri partenti: l’attuale vicegerente di Roma nonché ausiliare per il settore est, mons. Luigi Moretti, e l’ausiliare per il settore centro, il salernitano mons. Ernesto Mandara. Ma si parla anche di mons. Pietro Farina, già vicario episcopale a Caserta e attualmente vescovo di Alife-Caiazzo nonché presidente del Comitato per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, appoggiato dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Il quale vedrebbe bene a Caserta anche uno dei suoi due ausiliari, il carmelitano Filippo Iannone, attestato notoriamente su posizioni fortemente conservatrici, a cui Sepe rinuncerebbe volentieri. Sempre che i salesiani, che a Caserta hanno una importante casa dove a settembre è arrivato come direttore p. Eugenio Fizzotti (nativo di Caserta, docente di psicologia in diverse università pontificie e statali e tra i più grandi studiosi mondiali di Viktor Frankl, lo psichiatra austriaco fondatore della logoterapia), non abbiano ‘messo gli occhi’ sulla diocesi di Nogaro. Tanto più che i salesiani, da quando il card. Tarcisio Bertone – fra l’altro recentemente in visita in città – è stato nominato segretario di Stato vaticano, hanno inanellato una serie di nomine episcopali (v. Adista n. 3/07).

Mons. Nogaro, tuttavia, fino a quando il papa non accetterà le sue dimissioni - e negli ultimi tempi la prassi della Santa Sede vuole che trascorrano almeno 6-9 mesi dalla presentazione delle dimissioni alla nomina del successore -, rimane vescovo di Caserta a pieno titolo e con pieni poteri. E da pastore che “ama la sua gente” ha appena dato alle stampe un volumetto - Ho amato la mia gente - che è contemporaneamente testamento spirituale e bilancio di oltre un quarto di secolo di episcopato. Pubblichiamo di seguito le pagine dedicate alla Chiesa, alla nonviolenza, alla carità e alle “responsabilità verso la camorra”. (luca kocci)

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