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Il Pakistan infrange il tabù degli abusi sessuali

Il Pakistan infrange il tabù degli abusi sessuali

ROMA-ADISTA. «Il Pakistan ha finalmente infranto un tabù, almeno per il momento. Si tratta della denuncia di abusi sessuali, violenze, stupri e assassini a carico di migliaia di minori. Qui vige una cultura dell’omertà e della vergogna profondamente radicata». Lo scrive l’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie (25/1), riportando le parole di p. Mushtaq Anjum, missionario camilliano pakistano. Tuttavia continua il sacerdote, il recente caso della piccola Zenaib Ansari, una bambina di 6 anni di Kasur, nel Punjab, stuprata e uccisa e ritrovata in una discarica, ha letteralmente scioccato il Paese, dando vita, nella società civile,  a numerosi cortei e marce per chiedere giustizia e la fine dell’impunità». 

Numerose le adesioni di donne famose pakistane, che hanno condiviso le loro storie sui social media con l’hashtag #justiceforZainab e con #MeToo ("Anch'io"), la campagna social che ha svelato tanti altri casi di violenze. P. Mushtaq spiega all’Agenzia Fides: «La società pakistana protegge l’onore a discapito della giustizia. La vergogna e l’umiliazione impediscono alle persone di esporsi e denunciare queste brutture disumane». 

In Pakistan le denunce di violenze sessuali sono ancora poche. 4.139 abusi su minori registrati nel 2016, circa 11 al giorno. Nel primo semestre del 2017, secondo “Sahil”, organismo attivo sul fronte della tutela dei minori, 1.764 casi di violenze sui bambini sono stati denunciati: la maggior parte delle violenze non viene tuttavia alla luce. «La gente – continua il camilliano - ha vergogna di parlare apertamente di questo crimine. Occorre maggiore consapevolezza. La gente ha bisogno di tenere più sotto controllo i propri figli. Spesso i criminali si trovano all’interno del nucleo familiare, sono vicini o persone fidate». «È più che mai necessario educare la società, rafforzare il sistema giudiziario e mettere in moto strumenti educativi e politici per trasformare la mentalità corrente, nella direzione di alzare la voce e tutelare i deboli e i piccoli”, conclude.

* Foto di Mehdi Khan, USAID, immagine originale e licenza

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