
Card. Sarah: Viri probati? una rottura con la tradizione apostolica. Ma le cose non stanno così.
CHARTRES-ADISTA. L’ordinazione di uomini sposati, i cosiddetti viri probati (della quale si discuterà nel corso del Sinodo per l’Amazzonia, il prossimo autunno), sarebbe «una rottura con la tradizione apostolica». Lo ha detto il card. Robert Sarah, conservatore prefetto della Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, nel corso di un’omelia pronunciata il 21 maggio scorso al termine di un pellegrinaggio dalla cattedrale di Notre Dame a Parigi a quella di Chartres. «Cari preti, siate sempre certi di questo – ha detto – essere con Cristo sulla croce è ciò che il celibato proclama al mondo». «Il progetto, proposto di nuovo da qualcuno, di svincolare il celibato dal sacerdozio conferendo il sacramento dell’Ordine ai viri probati per, come dicono, “ragioni o necessità pastorali”, avrebbe gravi conseguenze, in realtà quella di rompere definitivamente la tradizione apostolica». Il sacerdozio di uomini sposati, insomma, non «perpetuerebbe» il sacerdozio di Cristo. «Sarebbe un costruirci un sacerdozio secondo la nostra dimensione umana ,a senza perpetuare, senza estendere il sacerdozio di Cristo, obbediente, povero e casto»; il prete non sarebbe, secondo Sarah, «solo un ‘alter Chritus” ma è davvero “ipse Christus”, lo stesso Cristo».
In realtà, osserva il teologo Andrea Grillo sul suo blog Come se non all’interno della rivista Munera di Cittadella Editrice - attribuendo all’intervento del cardinale «singolare imprecisione e grave rozzezza» nonché «toni e riferimenti del tutto fuori controllo» - i viri probati sono una realtà attestata già nella Chiesa antica: quello di Sarah «è un modo ingiusto e scorretto di parlare, che rivela la poco umile pretesa di voler chiudere la discussione prima ancora di aprirla». Proprio sul suo blog, Grillo dà la parola, a questo proposito, al teologo Claudio Ubaldo Cortoni, monaco benedettino camaldolese della Comunità di Camaldoli (AR), docente presso l’Ateneo Sant’Anselmo, che illumina in un articolato intervento la questione del celibato clericale su basi storiche: «Così si scoprono – chiosa Grillo - molte cose di grande interesse, che un Prefetto avrebbe almeno il dovere conoscere per non parlare a vanvera».
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