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Ecclesia Dei: il teologo Andrea Grillo spiega le ragioni della chiusura

Ecclesia Dei: il teologo Andrea Grillo spiega le ragioni della chiusura

 

Con un post pubblicato il 19 gennaio 2019 sul suo blog: Come se non il teologo e liturgista Andrea grillo spiega le ragioni della chiusura della Commissione Ecclesia Dei, "che era nata - scrive - per rispondere e rimediare ad una afflizione", quella dello scisma con i lefebvriani, ma "era diventata invece motivo di afflizione", ossia "un settore della Curia romana nel quale si costruiva una 'identità parallela' del cattolicesimo tradizionalista e con il pretesto di un immaginario 'accordo con lefebvriani', si pretendeva di spostare continuamente verso di loro la barra della identità cattolica, soprattutto con un progressivo svuotamento della comprensione e della efficacia del Concilio Vaticano II".

Questo soprattutto dal 2007, con il motu proprio Summorum pontificum, quando la Commissione aveva accentrato in sé il “controllo universale” sull’uso del “rito romano in forma straordinaria”. "Quando poi, due anni dopo, la istruzione Universae Ecclesiae aveva stabilito nel dettaglio i troppo ampi margini di manovra attribuiti alla Commissione, era facile immaginare che questo provvedimento avrebbe aperto la via ad un processo inarrestabile di sempre più ampie concessioni, fatte non dalla Chiesa di Roma, ma dai tradizionalisti della Curia romana, che avevano ottenuto una pericolosa e troppo ampia autonomia".

Con il motu proprio del papa "tutte le competenze di Ecclesia Dei sono spostate ad una Sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede". Sarebbe logico - scrive Grillo - che l’istruzione Universae Ecclesiae, che dava ad una Commissione che non esiste più il potere di stabilire i criteri per la celebrazione della messa secondo l'antica liturgia, "venisse abrogata. Per riportare un poco di buon senso e di onestà in un mondo in cui la fiction ha raggiunto, da troppo tempo, livelli di guardia.  Ad ogni modo, questo passaggio inaugura una nuova fase nel rapporto con i lefebvriani, ma soprattutto nella applicazione del motu proprio Summorum pontificum, che sta alla radice di questa grande messa in scena, giunta oggi, finalmente, al sipario finale. Ma forse è solo il sipario del primo atto della commedia".

 

 

 

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