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Ecumenismo. Valdesi, metodisti e battisti: cresce l’unità tra i protestanti italiani

Ecumenismo. Valdesi, metodisti e battisti: cresce l’unità tra i protestanti italiani

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 10/09/2022

41184 TORRE PELLICE (TO)-ADISTA. Il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi in Italia è tornato a riunirsi “in presenza” a Torre Pellice (To), “capitale” delle valli valdesi piemontesi, dal 21 al 26 agosto, dopo un anno di stop imposto dalla pandemia (2020) e lo scorso anno “a distanza” (v. Adista Notizie n. 31/21): 155 deputate e deputati, democraticamente eletti dalle singole comunità territoriali ed equamente divisi fra pastori e laici (da statuto i pastori non possono essere più dei laici), per discutere della vita della principale Chiesa cristiana non cattolica presente in Italia e deliberare gli impegni per i prossimi anni.

Il Sinodo è stato preceduto dalla quinta assemblea congiunta con le delegate e i delegati dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia (Ucebi) – dal 20 al 23 agosto –, quindici anni dopo l’ultima sessione comune, datata 2007, e a 32 anni dal reciproco riconoscimento. Le Chiese battiste, metodiste e valdesi sono le tre maggiori denominazioni protestanti italiane, aderenti alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei). La teologia comune ha le sue radici nella Riforma protestante, fra loro si differenziano principalmente per le origini storiche, oltre che per alcuni elementi organizzativi e confessionali: i valdesi, infatti, nascono in Francia come movimento nel XII secolo; i battisti si richiamano alle missioni inglesi e nordamericane del XIX secolo; i metodisti nascono nel XVIII secolo in Inghilterra.

È stata tracciata la strada verso una sempre maggiore unità fra le due Chiese: l’assemblea congiunta battisti-metodisti-valdesi si terrà ogni cinque anni, verrà rafforzata la collaborazione nei territori (prevedendo, per esempio, che un pastore o una pastora valdese possa avere la responsabilità anche di una Chiesa battista, e viceversa) e l’istituzione di centro studi per la formazione e lo studio dei temi legati al pacifismo intitolato a Martin Luther King sostenuto insieme dalle tre Chiese.

«Tra le parole-chiave di questa sessione, quella che noi protestanti chiamiamo “rinnovamento del Patto” – ha spiegato Pawel Gajewski, presidente del Sinodo valdese –. Si tratta di aggiornare gli accordi di collaborazione e cooperazione fra le Chiese, non solo in nome della nostra comune fede cristiana e delle nostre radici riformate, ma anche per gli impegni che abbiamo preso insieme su lotta alla povertà, giustizia sociale, pace e integrità del creato». Sara Comparetti, presidente dell’Assemblea battista e vice presidente della Fcei ha sottolineato «l’accresciuta unione di intenti e visione tra battisti, metodisti e valdesi, maturata in questi giorni trascorsi insieme a Torre Pellice».

Al Sinodo metodista e valdese, oltre a temi strettamente ecclesiali, fra cui l’approvazione dei progetti sociali e culturali finanziati con l’otto per mille (v. notizia successiva) si sono affrontati anche temi sociali e politici, a cominciare dai temi della solidarietà, dell’accoglienza e dell’inclusione delle persone migranti, con le esperienze come quella dei corridoi umanitari da Libano, Libia e Afghanistan, realizzati da Tavola valdese, Fcei e Diaconia valdese e costruiti in modo ecumenico con realtà del mondo cattolico come la Comunità di Sant’Egidio e della società civile.

Poi il lavoro, con l’approvazione di un ampio documento che, fra l’altro, sostiene l’approvazione di una norma sul «salario minimo», impegna le Chiese ad attivarsi nella società e presso le istituzioni contro la precarietà, per favorire il lavoro dei migranti, per le «pari opportunità» e una «effettiva parità di trattamento fra donne e uomini», per la «sicurezza sul lavoro» e «la lotta al lavoro nero e grigio, allo sfruttamento del lavoro minorile», per la «transizione ecologica» e un «uno sviluppo sostenibile che rifiuti la mercificazione privatistica dell’ambiente» (v. notizia successiva).

Infine le elezioni, di cui preoccupa la «tendenza alla radicalizzazione, che non è radicalità, ma è rifiuto del dialogo e delle posizioni dell’altro, visto solo come un nemico», si legge nell’atto approvato dal Sinodo. Nessuna indicazione di voto, ma «il Sinodo desidera richiamare l’attenzione in particolare dei cristiani e delle cristiane sul fatto che la dialettica democratica non significa che ogni scelta sia ugualmente valida, ma anzi che la scelta debba nascere da un responsabile discernimento». Fra gli elementi per un possibile discernimento, «la volontà di favorire un allargamento del diritto di cittadinanza, nella consapevolezza che le scelte personali ricadono anche su chi non ha (ancora) il diritto di scegliere».

Sul piatto anche la questione delle “banche armate”, utilizzate come tesorerie anche da metodisti e valdesi (v. Adista Notizie n. 17/22): per ora non c’è nessun impegno messo nero su bianco, ma la Tavola valdese (organo esecutivo) avvierà una riflessione sul nodo dell’affidamento delle risorse economiche delle Chiese. Se ne riparlerà al prossimo Sinodo.

Confermata per un altro anno alla guida della Tavola valdese la diacona metodista Alessandra Trotta. «Vogliamo radicarci in un impegno non solo di parole – ha dichiarato – ma di partecipazione e azione concreta nei dibattiti culturali e sociali e nelle lotte su temi importanti come quello del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente, della pace e della democrazia». Come componenti della Tavola, eletti anche Erika Tomassone (vicepresidente), Ignazio Di Lecce, William Jourdan, Ulf Hermann Koller, Dorothea Müller e Andrea Sbaffi. Il pastore Luca Anziani è il nuovo presidente dell’Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia, succede a Mirella Manocchio, da sei anni alla guida dell’Opcemi. Al consiglio della Facoltà valdese di teologia sono stati riconfermati Lothar Vogel (decano) ed Eric Noffke (vicedecano). Il pastore Francesco Sciotto è stato riconfermato alla presidenza della Commissione sinodale per la diaconia.

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