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Studio accademico nella ex RDT: gli abusi clericali furono coperti da Chiesa e Stato

Studio accademico nella ex RDT: gli abusi clericali furono coperti da Chiesa e Stato

AMBURGO-ADISTA. La violenza sessuale contro bambini e giovani nella Chiesa cattolica nel Meclemburgo (regione della Germania nordorientale che faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca, oggi uno dei 16 Stati federati tedeschi, con circa 39.000  cattolici, il 3,5% della popolazione cattolica totale) non è stata coperta solo dalla Chiesa ma anche dallo Stato: c'erano accordi non ufficiali tra le due parti per tenere nascosti i casi o per deportare i recidivi in Occidente; i religiosi accusati di abusi sono stati spinti dalla Stasi a collaborare. È quanto emerge da uno studio – il primo in una regione dell'ex RDT - presentato il 24 febbraio scorso sui casi di abusi nella Chiesa cattolica della regione (che dopo la riunificazione della Germania è confluita nella diocesi  di Amburgo) negli anni dal 1946 al 1989 (Tagesspiegel 24/2). Lo studio, condotto dalla psichiatra dell'ospedale universitario di Ulm Manuela Dudeck, è stato commissionato dall'arcivescovo di Amburgo Stefan Hess, ha affermato che «Questo studio non è un punto di arrivo»; l'esigenza di uno studio specifico era emerso con il rapporto nazionale commissionato dalla Conferenza episcopale tedesca pubblicato nel 2018, che aveva evidenziato un numero particolarmente alto di abusi nella parte del Meclemburgo dell'arcidiocesi di Amburgo. Dudeck e il suo team hanno identificato circa 40 persone colpite e 19 accusate durante il periodo delle indagini, ma presumono che il numero di casi non denunciati sia elevato. Pare che un solo sospetto sia responsabile di 19 casi.

Gli autori dello studio hanno intervistato 13 delle persone colpite, 11 rappresentanti della Chiesa e 3 esperti non ecclesiastici, e hanno visionato circa 1.500 file provenienti da archivi ecclesiastici e statali, inclusi 12 file della Stasi. Lo studio, di circa 170 pagine, non menziona alcun nome per motivi di protezione dei dati; vi emerge che le vittime avevano in media dieci anni quando sono iniziati gli abusi, che si sono protratti per una media di cinque anni. Secondo Dudeck, questi fatti erano spesso noti sia nelle congregazioni che nella leadership della Chiesa. Secondo i ricercatori, era caratteristico della violenza sessuale da parte di religiosi nei primi decenni dopo il 1945 che questa fosse accompagnata da violenza fisica e psicologica. Percosse e stupri da parte di ecclesiastici erano spesso mascherati con termini religiosi o pedagogici.

Nei primi decenni del dopoguerra, i bambini, che non di rado erano orfani di padre, uccisi o imprigionati o comunque colpiti dalla guerra, versavano in condizioni di povertà e abbandono; madri e zie cattoliche hanno spesso lasciato gran parte dell'educazione alla Chiesa, il che ha reso più facile ai sacerdoti guadagnare e abusare surrettiziamente della fiducia di bambini e giovani.

 

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