Migrazioni nel 2023: la solita propaganda emergenziale nasconde la scarsa volontà politica
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In un approfondimento del 5 gennaio scorso, dal titolo “La propaganda dell’emergenza migranti e i numeri degli arrivi nel 2023”, la Fondazione ricorda, numeri alla mano, che nel corso del 2023 «si è parlato più volte di “sbarchi record”», eppure «nel Paese hanno fatto ingresso meno persone rispetto al triennio 2014-2016». Ancora una volta politica e media italiani scelgono di affrontare l’evento, strutturale e gestibile, «con un approccio emergenziale e del tutto inadeguato».
Openpolis spiega che «nel 2023 sono arrivate via mare meno di 160mila persone. Cifre che non rappresentano un "record", com'è stato raccontato nei mesi scorsi». Negli anni precedenti, accusa dunque la fondazione, «forti dei minori flussi, si sarebbe potuto strutturare in Italia ed Europa un sistema di accoglienza adeguato». Ma questo «non è stato fatto».
La vera emergenza, se proprio si deve parlare in questi termini, è quella umanitaria: «Parliamo di quella che viene considerata la rotta più pericolosa del mondo. Secondo alcune stime, infatti, nell’ultimo decennio circa 28mila persone hanno perso la vita nel tentativo di arrivare in Europa». Si tratta, chiarisce ancora una volta Openpolis, di persone che «si muovono dal continente africano e da quello asiatico per fuggire ai conflitti, alle violenze, alle persecuzioni, alla desertificazione o alla fame». In tal senso, le migrazioni esistono da sempre; aumentano o diminuiscono a seconda delle condizioni sociali, politiche, economiche, geopolitiche e climatiche delle regioni di provenienza.
Leggi l'approfondimento con tutti i numeri del 2023.
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