Un imam affiancherà il cappellano nelle carceri di Milano
Don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto di pena minorile di Milano, ha chiesto di avere un imam accanto nella sua opera pastorale per l’assistenza ai tanti giovani musulmani, di numero sempre crescente, detenuti nella struttura. Ha motivato la sua richiesta – che è stata accolta sia dall’arcidiocesi e che dal Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale – con la convinzione che «il carcere deve essere educativo e non punitivo», ha spiegato in un’intervista a Vatican News (11/11), e che «l’educazione passa anche per la cura della spiritualità. Bisogna dare a tutti una possibilità di formazione nella vita e formazione anche da un punto di vista religioso».
Don Burgio ha detto che i giovani musulmani dell’Istituto penitenziario milanese hanno accolto felicemente la notizia: «Sono desiderosi di conoscere questa figura quando arriverà e di portare avanti insieme un discorso formativo e di preghiera – afferma il cappellano – è un modo per convivere e spero diventi anche un modo per spegnere i momenti di fatica e conflittualità che inevitabilmente in carcere si presentano». Ha aggiunto che diocesi e Comune si stanno adoperando per individuare l’imam che lo affiancherà.
Don Burgio ha sottolineato che, inoltre, la sua proposta contribuisce al dialogo interreligioso all’interno della Chiesa in un ambito, quello della Pastorale carceraria, dove «siamo un po’ indietro – ha rimarcato – ma è importante avviare questo dialogo». «Ci sono diverse esperienze in alcuni istituti italiani, ma non è ancora una prassi consolidata, speriamo lo diventi al più presto», ha concluso.
*Foto ritagliata di Marco tratta da Flickr
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