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"Siamo tutti Aylan". L'appello "Maglietta rossa"

“Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità" è l’appello per un’iniziativa in solidarietà dei migranti, e in particolare dei bambini morti nel Mediterraneo, per domani 7 luglio: indossare tutti una maglietta rossa. L’appello è stato lanciato da Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele, Francesco Viviano, giornalista, Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Carla Nespolo, presidente nazionale ANPI.

L’iniziativa ha ricevuto già migliaia di adesioni. Fra queste quelle di: Gli scrittori Roberto Saviano, Carlo Lucarelli, Lorenzo Marone, Giuseppe Catozella, Acli, Medici Senza Frontiere, Amnesty International Italia, Uisp, Fiom Cgil, Articolo 21, Un ponte per, Giustizia e Libertà.

Questo il testo dell’appello.

«Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.

Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità.

Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini».

*Foto Flickr immagine originale e licenza

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