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«La paura rende pazzi!». A Roma un quartiere si mobilita per «restare umani»

«La paura rende pazzi!». A Roma un quartiere si mobilita per «restare umani»

Un pomeriggio di riflessione itinerante, che prenderà le mosse alle 16.30 dalla chiesa romana di San Leone (via Boccea 60), per aiutare la gente del quartiere a riflettere sulla crisi dei migranti in atto e sulle politiche securitarie e difensive che il nostro governo ha messo in campo per farvi fronte. Nonostante il consenso che si registra nell'opinione pubblica, molte persone dissentono e intendono manifestare anche pubblicamente «di essere dalla parte dell'umanità».

In occasione della “passeggiata” di sensibilizzazione nel quartiere Aurelio, i promotori – Gruppo Solidarietà Internazionale della Comunità di San Leone, Comunità di Sant’Egidio, Casa Betania, Coop. L’accoglienza, associazione di Volontariato Onlus “LA.VA. Lavoro Vagabondo”, associazione Song-Taaba Onlus, associazione “Un’altra Roma C’è”, Comitato “Forte Boccea”, Paola Fuselli (Sinistra Italiana), Enzo Cuozzo (Pd Municipio XIII) – hanno firmato e diffuso l'appello che segue.


La paura rende pazzi. Paura di chi?

Paura di altre persone: povere, cattive, pericolose e, soprattutto, straniere.

Solo tra il 18 ed il 21 gennaio sono 117 gli annegati nel Mediterraneo, 53 tra il Marocco e la Spagna.

393 sono stati riportati in Libia, dove, secondo l’Onu, si registrano «privazione della libertà e detenzione arbitrarie in centri ufficiali e non ufficiali; tortura, compresa la violenza sessuale; rapimento per riscatto; estorsione; lavoro forzato; uccisioni».

Nel nostro paese assistiamo spesso, inerti, ad abusi e sfruttamento di esseri umani. E mentre si plaude ai trasferimenti coatti dei migranti, in virtù della legalità, si chiudono gli occhi su reati ben più gravi ai loro danni, spesso gestiti dalla criminalità organizzata. Ci si accanisce contro le ONG e i volontari, e si sgomberano le strutture di accoglienza senza fornire alternative.

Tutto ciò non garantisce sicurezza, ma, al contrario, alimenta precarietà e pericolosità sociale.

Il nostro mondo sta perdendo la bussola e la memoria di un lungo cammino di civiltà, compiuto per affermare i diritti umani dei più deboli, sta perdendo il senso della realtà, fomentato dalla propaganda.

Si manipola e si distorce il linguaggio con metodo scientifico: si strumentalizzano le paure, le fragilità dei cittadini, spingendoli verso l'odio e il disprezzo degli altri.

Qualcosa in questa nuova brutalità contraddice la nostra storia, la nostra memoria. E, tuttavia, restiamo a guardare.

Usciamo dal silenzio e diciamo NO all’odio, NO alla xenofobia, NO alle semplificazioni di chi vuol farci credere che qualcuno, povero e disperato, sia la ragione dei nostri problemi.

Diciamo SI’ ad affrontare la realtà dell’immigrazione senza pregiudizi, SI’ al rispetto delle persone, SI’ a restare umani.


* La faciata della chiesa di San Leone (quartiere Aurelio a Roma)

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