Verso le elezioni europee: un appello a votare per la pace
A pochi giorni dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi, la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace lancia l'appello al voto del suo presidente, Flavio Lotti, secondo il quale «non abbiamo bisogno di “rappresentanti” ma di artigiani e architetti costruttori di pace».
Quello del prossimo weekend dovrà essere un voto contro la guerra e per la pace. Nello scenario attuale, questa è la priorità, «non c’è una cosa più importante. Alle prossime elezioni europee dovremmo avere tutti lo stesso obiettivo: fermare la marcia della guerra che ci sta per travolgere. Non c’è niente di più urgente e decisivo».
L’appello di Lotti è a votare rappresentanti all’Europarlamento che sono realmente intenzionati a fermare la guerra, in particolare quella che preme alle porte d’Europa, in Ucraina. «Non solo perché ogni giorno ammazza e distrugge ma perché sta divorando quel poco che resta della pace nostra, dei nostri figli e del mondo intero. La guerra è un mostro insaziabile che s’ingrassa e s’ingrossa travolgendo tutto e tutti, compresi i folli che ci assicurano di poterlo controllare».
Il presidente della Fondazione denuncia un «pericolo immenso e imminente, anche se resta avvolto dalle nebbie artificiali create dai propagandisti della guerra inevitabile che occupano da tempo la televisione pubblica e privata e che fanno a gara per occultare e manipolare la realtà». La guerra russo-ucraina potrebbe arrivare irresponsabilmente nelle nostre case, in maniera rapida seppur impercettibile.
«Non è tempo di farci delle illusioni», aggiunge realisticamente Lotti. «Non basterà il nostro voto a fermare la guerra e tantomeno un Parlamento che sarà frutto di pulsioni molto frammentate e controverse. A fare la differenza potranno essere le donne e gli uomini che, entrando nel cuore democratico dell’Unione Europea, ci aiuteranno a far crescere il movimento di cittadini che si stanno opponendo alla guerra».
La Fondazione PerugiAssisi sogna eurodeputati «costruttori di pace: persone preparate e creative, capaci di unire, di costruire nuove relazioni, di alimentare, dall’alto e dal basso, da dentro e da fuori le istituzioni, il movimento dei cittadini più illuminati e responsabili che vogliono ri-costruire la pace». Parlamentari che sapranno «far crescere una nuova visione di Europa, non più centro del mondo, capace per davvero di ripudiare la guerra, di ridare dignità alla legalità e al diritto internazionale dei diritti umani (partendo dal Manifesto di Ventotene, dal Trattato sull’Unione Europea e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE), di ripensare, con creatività e lungimiranza, le relazioni con i vicini dell’est e del sud, di affrontare assieme al resto del mondo le sfide globali del cambiamento climatico, delle disuguaglianze, dell’intelligenza artificiale,…».
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