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Elezioni europee: allarme e speranze per il Green Deal

Elezioni europee: allarme e speranze per il Green Deal

Al netto del triste dato sull’astensionismo e dell’inquietante avanzata delle destre nazionaliste, la maggioranza delle famiglie politiche che hanno dato vita al Green Deal europeo sembra ancora tenere, sebbene in condizioni più difficoltose. Dunque, afferma con speranza il WWF Italia all’indomani delle elezioni, «una legislatura europea per la transizione ecologica è ancora possibile», se i leader europei avranno «il coraggio di dare continuità» alle politiche della scorsa legislatura.

Il dato è da accogliere positivamente, alla luce di una «campagna elettorale contrassegnata da mirabolanti fake-news su clima e ambiente, propagandate dalle forze estremiste e nazionaliste in tutta Europa che hanno fatto da cassa di risonanza agli interessi delle potenti lobby legate ai combustibili fossili».

Se è vero che l’“onda nera” in Europa può essere giustificata dalle gravose preoccupazioni in campo economico-sociale dei cittadini europei, è vero anche che il rilancio del Green Deal rappresenta proprio «una risposta concreta alle preoccupazioni generate da un clima che cambia sempre più velocemente con gravi conseguenze sulla stabilità sociale, economica e finanziaria degli europei». La transizione verde, spiega il WWF ribaltando la visione propagandata delle destre, non rappresenta un’aggressione alle economie locali o una causa di impoverimento sociale, ma potrebbe caratterizzarsi come un fattore di crescita e stimolo all’economia e all’occupazione. «A livello europeo più di 5,1 milioni di persone lavorano nei posti di lavoro green e il loro numero cresce di anno in anno», chiarisce il WWF. «Gli investimenti nell’energia pulita hanno contribuito a quasi un terzo della crescita del PIL dell’Unione europea nel 2023. È sconcertante ignorare questi dati e continuare a difendere gli interessi di quelle industrie che hanno contribuito al caos in cui ci troviamo oggi».

Se è vero che l’astensione è il “primo partito” in Italia – segno di scoramento e rassegnazione – l’inevitabilità della transizione e l’esigenza di cavalcarla riconvertendo e rilanciando l’economia è cosa ben chiara alle giovani generazioni (under 30), le quali hanno dato fiducia alle «forze politiche più attente a clima e ambiente, indicando chiaramente quali sono le aspettative delle generazioni più giovani per il futuro dell’Europa».

Il WWF Italia ha monitorato il “clima” politico in campagna elettorale, con analisi e studi, attraverso l’Osservatorio “Natura chiama Europa”. L’esito del voto, spiega dunque il presidente del WWF Italia, Luciano Di Tizio, «I cittadini europei chiedono maggiore sicurezza e un futuro più prospero: obiettivi che potranno essere raggiunti solo se si confermerà la scelta di una giusta transizione ecologica che non penalizzi le fasce delle popolazioni che già oggi sono in sofferenza per motivi che nulla hanno a che fare con il percorso tracciato dal Green Deal». Senza transizione, senza lotta al cambiamento climatico, senza la protezione della natura e della biodiversità non ci potrà essere un futuro felice per il Continente, soprattutto per le prossime generazioni. La sfida è enorme e «saranno soprattutto i Capi di Stato e di Governo a indicare la rotta. Vedremo quali scelte vorrà adottare il Governo italiano che finora si è quasi sempre opposto all’avanzamento delle politiche ambientali in Italia e in Europa. Questa scelta, se non vi sarà un cambio di rotta, avrà effetti disastrosi sulla protezione dell'ambiente, ma anche sulla salute e sulla sicurezza di tutti i cittadini».

Leggi la nota del WWF Italia

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