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Chiese di Terra Santa su Gaza: è una mistificazione parlare di

Chiese di Terra Santa su Gaza: è una mistificazione parlare di "guerra giusta". In una nota ufficiale il disappunto di Israele

Guerra giusta?”. La domanda, retorica, è il titolo del Documento della Commissione Giustizia e Pace in Terra Santa, datato 30 giugno 2024, in cui gli autori dichiarano di essere «indignati dal fatto che gli attori politici in Israele e all'estero stiano utilizzando la teoria della "guerra giusta" per perpetuare e legittimare la guerra in corso a Gaza». Si tratta di un «uso improprio» dell’espressione utilizzata nella dottrina cattolica e provoca «allarme in noi cristiani», dal momento che la si usa «per giustificare la violenza in corso a Gaza» quale “reazione” all’attentato compiuto da Hamas in terra di Israele il 7 ottobre 2023.

Al documento – che sarà leggibile in forma integrale sul numero 26/2024 di Adista Documenti, al momento in lavorazione in tipografia, e domani su Adista online – ha reagito Israele tramite la sua ambasciata presso la Santa Sede, contestando la presa di posizione sulla "guerra di Gaza".

«Gli obiettivi dell'operazione nella Striscia di Gaza, fin dal primo giorno erano chiari: porre fine al dominio di Hamas in questo territorio e garantire che atrocità come quelle commesse il 7 ottobre non si ripetessero», sottolinea l'ambasciata con una nota del 2 luglio.

«L'affermazione del documento secondo cui il principio della distinzione tra civili e combattenti è stato ignorato da entrambe le parti in questa guerra, crea una falsa simmetria che riflette pregiudizi e unilateralità. I fatti mostrano che Israele fa del suo meglio – è scritto nella nota – per fare la distinzione sopra menzionata mentre Hamas sta facendo il contrario, incorporando deliberatamente civili e combattenti come elemento centrale nella sua strategia di combattimento, apparentemente sapendo che ci saranno quelli che incolperanno Israele. Il modo in cui il documento utilizza il termine “guerra giusta” non è compatibile con il diritto internazionale che Israele rispetta e si attiene». Il documento delle Chiese, secondo l'ambasciata di Israele in Vaticano, «ignora opportunisticamente gli attacchi simultanei contro Israele da Libano, Siria, Yemen e Iran».

«C'è insomma da rammaricarsi che un gruppo di esponenti della Chiesa Cattolica – afferma la nota in conclusione – abbia deciso di emanare un documento che, con pretesti religiosi e astuzie linguistiche, non fa altro che opporsi di fatto al diritto di Israele di difendersi dai suoi nemici» che dichiaratamente intendono porre fine alla sua esistenza».

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